Paul Klee: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Paul Klee==
*{{NDR|Su [[Genova]]}} Case alte, fino a tredici piani, vie strettissime nella città vecchia, fresche e maleodoranti, di sera una fitta folla, durante il giorno quasi solo bambini. I loro panni sventolano come bandiere di una città in festa. Cordicelle tese da una finestra a quella di fronte. Durante la giornata sole pungente in quelle viuzze, riflessi metallici del mare, dovunque una luce abbagliante. Con tutto questo, le note di un organetto, un mestiere pittoresco. Attorno bambini che ballano. Il teatro nella realtà. Ho portato molta malinconia oltre il San Gottardo. Dioniso non ha effetti semplici su di me.<ref>''Diario italiano (ottobre 1901-maggio 1902)'', in ''Diari 1898-1918'', Il Saggiatore, Milano, 2010, p. 64. ISBN 9788856501667</ref>
*In questo mondo io sono del tutto incomprensibile. Perché vivo in uguale misura con i morti e con quelli che non sono ancora nati.<ref>Da ''Diari'', Laqueur, pp. 217-218</ref>
*L'arte non deve riprodurre il visibile, ma renderlo visibile.<ref>Citato in ''Focus'', n. 60, p. 185</ref>
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*Nessuno si riconosce in noi e noi siamo avulsi da tutti.<ref>Da ''Sull'arte moderna'', Laqueur, p. 218</ref>
*Veduto [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] non si pensa più alla possibilità di fare molti progressi.<ref>Da ''Diari''</ref>
 
==''Diari 1898-1918''==
*{{NDR|Sul [[porto di Genova]]}} Del mare avevo un'idea approssimativa, non però della vita in un porto. Vagoni ferroviari, minacciose gru a vapore, carichi di merce e uomini lungo argini di solida muratura, funi da scavalcare. Sfuggire ai barcaioli: "Giro del porto, panorama della città!", "Le navi da guerra americane!", "I fari!", "Il mare!". Sedersi sui grossi cavi di ferro. Clima insolito. Piroscafi da Liverpool, Marsiglia, Brema, la Spagna, la Grecia, l'America. Rispetto per la grandezza del globo terrestre. Centinaia di vapori accanto a innumerevoli vaporetti, velieri, rimorchiatori. E gli uomini, poi? le figure più strane, col fez. Qui, sugli argini, emigranti, italiani del Sud, accoccolati al sole (come lumache), gesticolare da scimmie, madri con lattanti al petto, i bambini più grandicelli che giocano e si bisticciano. Un vivandiere si fa largo con un recipiente fumante di "frutti di mare". Colpisce l'odore d'olio e di fumo. Donde proviene? Poi gli scaricatori di carbone, belle figure robuste, il torso nudo, agili e veloci, col carico in groppa (in testa un fazzoletto, a riparo dei capelli), sulla lunga passerella su al magazzino, per la pesatura. Poi, liberi, per un'altra passerella giù al piroscafo, dov'è pronta un'altra cesta piena. Così in incessante giro, uomini abbronzati dal sole, neri di carbone, rudi, sprezzanti. Lì un pescatore. L'acqua schifosa non può contenere nulla di buono. Non pesca nulla, e neppure gli altri. Gli arnesi: una corda, con un sasso attaccato, una zampa di gallina, un mollusco.<br>Sugli argini case e magazzini. Un mondo a sé. Noi semplici oziosi. Eppure fatichiamo, almeno con le gambe. (''Diario italiano (ottobre 1901-maggio 1902)'', pp. 63-64)
*{{NDR|Su [[Genova]]}} Case alte, fino a tredici piani, vie strettissime nella città vecchia, fresche e maleodoranti, di sera una fitta folla, durante il giorno quasi solo bambini. I loro panni sventolano come bandiere di una città in festa. Cordicelle tese da una finestra a quella di fronte. Durante la giornata sole pungente in quelle viuzze, riflessi metallici del mare, dovunque una luce abbagliante. Con tutto questo, le note di un organetto, un mestiere pittoresco. Attorno bambini che ballano. Il teatro nella realtà. Ho portato molta malinconia oltre il San Gottardo. Dioniso non ha effetti semplici su di me.<ref> (''Diario italiano (ottobre 1901-maggio 1902)'', in ''Diari 1898-1918'', Il Saggiatore, Milano, 2010, p. 64. ISBN 9788856501667</ref>)
*Il viaggio per mare è stato un avvenimento. Come andava gradatamente sparendo lontano, la grande [[Genova]] notturna, disseminata di luci, assorbita dal chiaro di luna, così come un sogno trapassa in un altro! [...] Come un sogno Genova si sprofonda nel mare. Sono morto per questo mondo, dileguato con l'ultima luce? Oh, fosse così! Sarebbe possibile? (''Diario italiano (ottobre 1901-maggio 1902)'', p. 65)
 
==Citazioni su Paul Klee==
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==Bibliografia==
*Paul Klee, ''Diari 1898-1918'', traduzione di Alfredo Foelkel, Il Saggiatore, Milano, 2004. ISBN 88-515-2129-8
*Walter Laqueur, ''La Repubblica di Weimar'', traduzione di Lydia Magliano, Rizzoli, Milano, 1977.