Bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki: differenze tra le versioni

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*Quegli episodi appartengono più alla [[terza guerra mondiale]] che alla [[seconda guerra mondiale|seconda]]. (''[[A prova di errore (film 1964)|A prova di errore]]'')
*Quel che non dimenticherò è l'allegria generale, ''creata'' dai giornali e rimbalzata su tutte le facce, dopo la bomba di Hiroshima: «Questo fa finire la guerra: tutte le guerre, per sempre» – «Siamo entrati in un'epoca di prodigi mai visti». Era sbarcato [[Hernán Cortés|Cortés]] e gli Indiani poveretti accoglievano come un Dio il loro massacratore. ([[Guido Ceronetti]])
*Sorvolammo la città a un'altezza di 1500 metri, verso le 6 di sera. La giornata era limpida. Il sole non era ancora tramontato e la luce del giorno ci permetteva di distinguere perfettamente tutti i particolari della città. Guardai in basso e mi mancò il fiato.<br />Ero già abituato alla vista di Tokio devastata dai bombardieri americani e durante quello stesso viaggio avevo viste molte città in rovina, colpite da una serie di spaventosi bombardamenti, talvolta anche superflui. Ma quell'Hiroshima atomizzata che mi stava davanti agli occhi era qualcosa di molto diverso: sotto di me si stendeva un deserto senza vita, senza più nulla di terrestre, sul quale s'alzavano solo le sagome nere e spettrali degli alberi e il fumo che saliva dalle rovine, o dalle cucine improvvisate dai sopravvissuti, testimoniava ancora la presenza dell'uomo. Laggiù una sola bomba aveva avuto il tremendo potere di trasformare in una piana desolata una città di 330 mila abitanti. ([[Seizō Arisue]])
*''Terra, terra silenziosa. | Silenziosa, | con la pelle bruciata, la statura nuda, | perdona, Hiroshima... | Perdona ogni passo | che sfiora una tua ferita, rompe una cicatrice... | Perdona uno sguardo | che ti fa male anche se t'accarezza... | Perdona qualsiasi parola | che smuove l'aria in cui cerchi | i tuoi bambini, | popoli di bambini perduti per sempre. | Non c'è | non può esistere | una tomba! Vento c'è... vento... vento... | È la loro voce | che risuona | di giorno in giorno più debole | soltanto nel ricordo.'' ([[Eugen Jebeleanu]])
 
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