Rat-Man: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 648:
*Quanto a quello che {{NDR|Rat-Man}} rappresenta, è facile: il perfetto connubio tra una visione popolare del fumetto e una autoriale. È uno dei migliori fumetti al mondo. ([[Roberto Recchioni]])
*''Rat-Man'' è uno stupendo contenitore che gli dà {{NDR|a [[Leo Ortolani]]}} la possibilità di raccontare qualsiasi cosa. Sai cosa mi ricorda? I libri di Jonathan Carroll, che dopo le prime tre pagine, passate a parlare di un bambino, salta fuori che è la reincarnazione del suo cane o altre cose stranianti che ti fanno capire che da quel momento può succedere davvero qualsiasi cosa. È un po' l'impressione che mi dà ''Rat-Man'': sono convinto di seguire un filo logico e invece non sto capendo niente. Ma lo capirò tra cinque pagine. ([[Stefano Bollani]])
*Rat-Man, il personaggio creato da Leo Ortolani nel 1989, indossa la maschera più per proteggersi dal mondo che per proteggere il mondo. Rat-Man non ha alcun superpensiero o superpotere, è un supereroe perché da bambino leggeva fumetti. Come tutti noi e, di certo, come me. È un supereroe perché fa cose molto al di sopra dei propri, seppur bassissimi, limiti. Ed è un dadaista perché in un mondo di supereroi che vogliono il bene, il giusto, il ferreo, il corretto, l'integerrimo (prima che la psicanalisi li infettasse), e ci riescono, in un mondo di supereroi civili, lui si ferma al travestimento. Sotto il mantello niente, o chissà. E per questo, lo tiene anche a casa sua, in poltrona. È la maschera a fare il supereroe e non ciò che essa nasconde. ([[Chiara Valerio]])
*Rat-Man — il solo in grado di pescare, da una ciotola ricolma di caramelle, l'unica cacca di gnu tonda come una caramella — nonostante la supervolontà di diventare supereroe, e le premesse esistenziali da supereroe, non riesce a mutare quel condizionale presente ("condurrebbe") in un presente indicativo dello stare al mondo ("conduce"). Perché? Ecco, Rat-Man è incapace di rinunciare all'umano. E l'umano è condizionale, l'umano tentenna, ci ripensa, mente a sé stesso e agli altri, ride di cose atroci, piange e si dispera per fatti minimi, è egoista, approssimativo, pigro, stupido, malinconicamente altalenante fra fantasmi e aspirazioni, pretende di essere consolato, è afflitto dal dubbio di piacere o non piacere agli altri, azzarda ma non decide, bluffa, si racconta storie edificanti e spesso, assai spesso, mai edificate. Rat-Man come tutti, di certo come me, non riesce a rinunciare a questa dialettica bene-male, luce-ombra, pizza margherita con o senza basilico? Ed è un rivoluzionario perché, poco importa se per scelta o nonostante, non cede all'impiegatizio che alberga in ogni supereroe di salvare il mondo appena c'è bisogno, e infatti Rat-Man spreca l'occasione del dolore, dell'orfanità, e della scienza fantascientifica dei superpoteri, per realizzare il superniente che però è il supertutto dell'umano: raccontare una storia a qualcuno, casomai la propria, anche quando non è esattamente credibile. ([[Chiara Valerio]])
 
===[[Sergio Algozzino]]===