Africa: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 51:
*Quando si parla di insicurezza in Africa, è parzialmente dovuto a una diagnosi errata. Per esempio, se credi nel tribalismo, non puoi creare un esercito. Come si può avere un esercito d'una sola tribù? Se credi nel settarismo religioso, come potrai realizzare istituzioni nazionali stabili?
*Questo è il nostro continente, non il vostro. Chi siete voi per ignorare la voce degli africani?
 
===[[Kwame Nkrumah]]===
[[File:The National Archives UK - CO 1069-50-1.jpg|thumb|[[Kwame Nkrumah]]]]
*Certo, l'investimento di capitale dall'estero è necessario in Africa, ma solo se c'è una reale indipendenza politica i profitti derivanti dall'investimento di questo capitale possono essere condivisi in un modo equo sia per l'investitore straniero che per il popolo del paese in cui l'investimento viene fatto.
*Ci siamo svegliati. Non dormiremo più. Oggi, d'ora in poi, c'è un nuovo africano nel mondo! Quel nuovo africano è pronto a combattere le sue proprie battaglie e a dimostrare che dopo tutto, l'uomo nero è in grado di autogestirsi.
*Ci sono alcuni che sostengono che l'Africa non può unirsi perché manchiamo dei tre fattori indispensabili per l'unità, cioè una razza, una cultura e una lingua comune. È vero che siamo stati divisi per secoli. Le frontiere territoriali che ci dividono furono fissate molto tempo fa dalle potenze coloniali, a volte del tutto arbitrariamente. Alcuni di noi sono musulmani, alcuni cristiani; molti credono negli dei tribali tradizionali. Alcuni di noi parlano il francese, altri l'inglese, altri il portoghese, per non parlare dei milioni che parlano solo una delle centinaia delle diverse lingue africane. Abbiamo acquisito differenze culturali che influenzano la nostra visione e che condizionano il nostro sviluppo politico. Tutto ciò è inevitabile, dato il nostro contesto storico. Eppure, malgrado tutto ciò, sono convinto che le forze che conducono all'unità superano di gran lunga quelle che ci dividono. Nell'incontrare fratelli africani da ogni parte del continente, sono sempre impressionato da quanto abbiamo in comune. Non è soltanto il nostro passato coloniale, né il fatto che abbiamo degli scopi comuni. È qualcosa di più profondo. Posso meglio descriverlo come un senso di uni-cità in quello che ci fa africani.
*Come possiamo sperare di fare dell'Africa una zona denuclearizzata e indipendente dalla pressione della guerra fredda con un tale coinvolgimento militare nel nostro continente? Solo contrapponendo una forza comune di difesa, ispirata dal desiderio unitario di un'Africa libera dall'influenza straniera e dalla presenza militare e nucleare. Ciò richiederà la costituzione di un Alto Comando di tutti gli Stati africani, soprattutto laddove si debbono revocare i patti militari con gli imperialisti. È l'unico modo in cui possiamo spezzare questi legami diretti fra il colonialismo del passato e il neocolonialismo che sconvolge il nostro presente.
*È inevitabile che ci siano differenze fra gli stati indipendenti d'Africa. Abbiamo problemi di frontiera e una lunga serie di altri problemi interterritoriali che si possono risolvere solo entro il contesto dell'unità africana.
*È una battuta popolare in Africa che quando i britannici cominciano a arrestare, l'indipendenza è dietro l'angolo.
*Finché un solo piede di suolo africano rimane sotto la dominazione straniera, la battaglia deve continuare.
*''Freedom! Hedsole! Sawaba! Uhuru!''</br>Gli uomini, le donne e i bambini da un capo all'altro dell'Africa ripetono gli slogan del nazionalismo africano - il fenomeno politico più grande della seconda parte del ventesimo secolo.
*Gran parte della ricchezza mineraria dell'Africa, che sarebbe dovuta restare in Africa per sviluppare qui le industrie di base, è stata sistematicamente portata via, un processo che continua tuttora anche nei paesi indipendenti. C'è chi afferma che le condizioni e le risorse dell'Africa non sono adatte all'industrializzazione. In tal modo cercano di assolvere la politica economica delle potenze coloniali e appoggiare l'infiltrazione del neocolonialismo.
*I problemi dovuti alla cinica lottizzazione dell'Africa persistono tuttora, e possono essere risolti solo con un unione continentale.
*In un mondo diviso in campi ostili e fazioni bellicose, l'Africa non può restare divisa senza andare in rovina.
*L'Africa ha il potenziale idroelettrico più grande del mondo.
*Lo smisurato entusiasmo per l'istruzione in Africa non manca mai di stupire i visitatori.
*Mentre in Africa, essendo per noi di capitale importanza l'obiettivo dell'unità, ci sforziamo di concertare i nostri sforzi in questa direzione, i neocolonialisti fanno di tutto per vanificarli, incoraggiando la formazione di comunità basate sulle lingue dei loro vecchi colonizzatori. Non possiamo permetterci di essere così disorganizzati e divisi. Il fatto che io parlo l'inglese non fa di me inglese. Parimenti, il fatto che alcuni di noi parlano il francese o il portoghese non fa di noi né francesi né portoghesi. Siamo innanzitutto africani, e da africani il nostro interesse maggiore può essere servito solo coll'unità in seno ad una comunità africana. Né il Commonwealth né una comunità franco-africana può sostituirla. Per noi, l'Africa e le sue isole sono una sola Africa. Rifiutiamo qualsiasi idea di partizione. Da Tangeri o dal Cairo nel nord fino alla Città del Capo nel sud, dal capo Guardafui nell'est fino alle isole di Capo Verde nell'ovest, l'Africa è una e indivisibile.
*Molti hanno sostenuto che le risorse dell'Africa erano inutili agli abitanti autoctoni fino a che non fossero sviluppati, e non potevano essere sviluppati senza il capitale e il talento europeo. È stato persino detto che «l'investitore europeo, per quanto egoista fosse stato, stava servendo l'Africa». Questo tipo di ragionamento mi rammenta l'uomo che, dopo aver trovato un tesoro sepolto nel giardino del suo vicino, se ne impadronì e disse poi al suo vicino che non gli stava nuocendo, perché fino a quel momento ne ignorava l'esistenza. E, comunque, non possedeva una zappa. Per coloro che studiano bene i fatti, deve risultare certamente ovvio che l'occupazione europea dell'Africa fu compiuta a beneficio degli europei. Le preoccupazioni per il benessere dei popoli africani non erano nemmeno prese in considerazione.
*Molti Stati africani indipendenti sono legati da trattati militari alle ex potenze coloniali. La stabilità e la sicurezza che questo genere di patti tenta di stabilire sono illusorie, perché le potenze occidentali non mancano l'opportunità di sostenere il loro controllo neocolonialistico attraverso il coinvolgimento militare diretto. Abbiamo visto come i neocolonialisti usano le loro basi per radicarsi e anche per sferrare attacchi contro i vicini Stati indipendenti. Queste basi costituiscono centri di tensione e potenziali punti di rischio di conflitti armati.
*Noi che ora in Africa sollecitiamo l'unità siamo profondamente consapevoli della validità del nostro obiettivo. Ci serve la forza dei nostri numeri e delle nostre risorse unite per proteggerci dai pericoli molto concreti del colonialismo che ritorna in forme camuffate. Ne abbiamo bisogno per combattere le forze irriducibili che dividono il nostro continente e che tuttora frenano milioni dei nostri fratelli. Ne abbiamo bisogno per assicurare la liberazione totale dell'Africa.
*Per oltre trecento anni, il commercio degli schiavi ha dominato la storia africana; e, in realtà, la influenza tuttora a causa della nostra popolazione diminuita e dei suoi effetti abbrutenti e ritardanti sul nostro ordine socioeconomico. Non serve una mente molto perspicace per valutare le conseguenze disastrose che esso ha avuto sullo sviluppo africano. Spesso interi villaggi venivano totalmente svuotati di abitanti attraverso il rapimento o la fuga. Il numero di abitanti rapiti come schiavi dal continente africano è stato variamente stimato tra i venti ai cinquanta milioni.
*Quale incentivo aveva l'operaio africano sotto il dominio coloniale dal momento che i suoi sforzi servivano solo ad arricchire i non-africani?
*Qui in Africa, disponiamo di tutto il necessario per diventare un continente potente, moderno e industrializzato. Gli investigatori dell'Onu hanno recentemente dimostrato che l'Africa, lungi dal disporre di risorse inadeguate, è probabilmente meglio equipaggiata per l'industrializzazione di quasi qualsiasi altra regione del mondo. Le riserve potenziali di minerale ferroso, per esempio, potrebbero durare per circa duemila anni. I depositi di carbone sono stimati a quattromilacinquecento milioni di tonnellate. Si pensa che le riserve petrolifere del Sahara siano pari a quelle della penisola araba. Il gas naturale è abbondante nelle profondità del Sahara. Da quanto risulta la Rhodesia del Nord possiede giacimenti di vanadio secondi per grandezza nel mondo. L'energia idroelettrica potenziale è quasi illimitata. In Ghana disponiamo di riserve di bauxite calcolate a circa duecento milioni di tonnellate. Ho accennato solo a una manciata delle nostre risorse naturali; molti altri dati, ugualmente impressionanti, potrebbero essere forniti. Quando il rilevamento geologico dell'intero continente sarà completato, verranno senza dubbio scoperte nuove immense ricchezze. Il vero motivo della lentezza dello sviluppo industriale in Africa sta nella politica del periodo coloniale. Praticamente tutte le nostre risorse naturali, per tacere del commercio, la navigazione, la finanza, l'edilizia e così via, caddero e rimangono tuttora nelle mani di stranieri intenti ad arricchire gli investitori stranieri, e a frenare l'iniziativa economica locale.
*Si è sostenuto che gli africani sono poveri perché non producono abbastanza, ma bisogna valutare più attentamente la loro capacità di lavorare. Adesso è ampiamente riconosciuto che la malnutrizione cronica è una causa principale della fatica africana.
*Si sosteneva che l'africano non avrebbe apprezzato un tenore di vita migliore. Era incapace d'istruirsi oltre certi limiti. Non avrebbe risposto agli incentivi di standard di vita più elevati. Tale argomentazione, avanzata ripetutamente in passato, ha dimostrato in seguito di essere nient'altro che diffamazione e calunnia.
 
===[[Samia Nkrumah]]===