Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Asterix e Obelix attraversano un campo di grano a valle, inseguiti da legionari romani allo scoperto, avendo forzato un blocco di frontiera}}<br />'''Obelix''': Di', Asterix, dove stanno le montagne?<br />'''Asterix''': Sssst, Obelix! Credo che fra poco avremo tutte le guarnigioni romane alle nostre calcagna!<br />'''Obelix''': Ebbene arrampichiamoci su una montagna, cogliamo la stella alpina e ritorniamo in Gallia!<br />{{NDR|La stella alpina serve a Panoramix il druido per curare il questore romano Claudius Malosinus, amico dei Galli, avvelenato dal governatore Gracchus Garovirus.}}<br />'''Asterix''': Non è così semplice. Bisogna che noi imbrocchiamo una montagna dove quel fiore cresca.<br />{{NDR|Giunti al limitare del campo, scorgono quello che oggi chiamiamo il Lago di Ginevra, con Ginevra sulla riva opposta alla loro e le due rive unite da un '''ponte''' di pietra.}}<br />'''Asterix''': C'è una città dall'altra parte del lago. Appena sarà calata la notte ci andremo. Troveremo degli aiuti laggiù.<br />'''Obelix''': Hanno anche un lago, qui?
:Corre l'anno 58 a.C., quando Gaio Giulio Cesare ordina di distruggere il ponte in questione; mentre le storie di ''Asterix e Obelix'' sono ambientate circa nel 50 a.C.: la presenza del ponte nella vignetta non costituisce necessariamente un anacronismo, poiché il ponte può essere stato ripristinato in seguito, con la sconfitta degli Elvezi e al cessare della loro minaccia nel territorio della Gallia. Il ponte del fumetto è in pietra, ma quello precedente, in mano agli Allobrogi, probabilmente era in legno, viste le loro limitate conoscenze in campo edilizio.</ref> (1974)
:«''Extremum oppidum Allobrogum est proximumque Helvetiorum finibus Genava. Ex eo oppido pons ad Helvetios pertinet.'' [...] ''Provinciae toti quam maximum potest militum numerum imperat (erat omnino in Gallia ulteriore legio una), pontem, qui erat ad Genavam, iubet rescindi.»'' ([[Wikisource:la:Commentarii_de_bello_Gallico_-_Liber_I#6|I]], VI-VII)
*Gli uomini credono volentieri ciò che desiderano sia vero. (III, 18)
<blockquote>«''[...] libenter homines id quod volunt credunt.»''</blockquote>
*La città di [[Alesia]] si trovava alla sommità di un colle molto elevato [...] Le radici di questo colle erano bagnate da due parti da due fiumi. Davanti alla città si estendeva una pianura di circa tre miglia, dagli altri lati la città era circondata da colli di uguale altezza posti a non molta distanza. (VII, 69, traduzione di F. Brindesi, Rizzoli, Milano)
:«''Ipsum erat oppidum Alesia in colle summo admodum edito loco [...] Cuius collis radices duo duabus ex partibus flumina subluebant. Ante id oppidum planities circiter milia passuum III in longitudinem patebat; reliquis ex omnibus partibus collis mediocri interiecto spatio pari altitudinis fastigio oppidum cingebant.»''
 
==''Commentarii de bello civili''==