Guerra in Iraq: differenze tra le versioni

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*Bush, dopo una serie di conversazioni col suo cane, un giorno decise di trascinare il mondo nel baratro: prima ha invaso l'Iraq, dicendo, come ricorderete, che l'Iraq aveva armi di distruzione di massa. Una frase retorica che significava ''L'Iraq è una nazione indifesa che galleggia sul greggio.'' ([[Daniele Luttazzi]])
*Ci sentiamo meno sicuri oggi che prima dell'invasione dell'Iraq. Stanno morendo più persone oggi che dopo l'11 Settembre. ([[Rula Jebreal]])
*Con i criteri usati dalla maggior parte degli studiosi, l’invasione dell’Iraq da parte di Bush e Blair nel 2003 ha causato almeno 700.000 vittime – in un paese che non aveva alcuna storia di jihadismo. I curdi avevano ottenuto concessioni politiche e territoriali; sunniti e sciiti avevano classi e differenze settarie, ma erano in pace; i matrimoni misti erano comuni. Tre anni prima dell’invasione, ho guidato perlungo tutta la lunghezzatutto dell’Iraql'Iraq senza paura. Nel tragitto ho incontrato gente fiera, soprattutto di essere irachena, erede di una civiltà che a loro pareva una presenza fisica.</br>Bush e Blair hanno fatto a pezzi tutto questo. L’Iraq odierno è un nidocovo di jihadisti. Al Qaeda – come i “jihadisti” di [[Pol Pot]] – ha colto l’opportunità fornita dall’assalto di ‘Shock and Awe’ e dalla guerra civile che ne seguì. La “ribelle” Siria ha offerto loro benefici ancora maggiori., Coninsieme laalla CIA e gliagli stati del Golfo che offrono logistica e denaro per il traffico d’armi attraverso la Turchia,. l’arrivoL’arrivo di reclute straniere era inevitabile. ([[John Pilger]])
*Era evidente che la guerra in Iraq aveva altri scopi. Destituire quella personcina garbata che si chiama Saddam, spezzare i legami tra il regime di Baghdad e i palestinesi, creare nel cuore del Medio Oriente una possibile democrazia, come elemento scardinante di un pezzo di mondo dominato dall'integralismo. La questione dirimente, su cui non si possono fare analisi a tavolino, è l'esportabilità della democrazia. L'arrivo degli yankees, con il determinante corredo di aiuti economici, aveva saputo riportare libertà e civiltà in Germania, in Italia e in Giappone, le tre nazioni sconfitte nella seconda guerra mondiale. Ma un modello di cambiamento accaduto in passato non è garanzia di successo in altro tempo e altro luogo. Troppo diverse le condizioni di partenza, troppo lontane le mentalità. Certo, gli iracheni non ci hanno accolto con i fiori. Ma davvero qualcuno pensava di rivedere a Baghdad le stesse scene delle ragazze italiane che lanciavano fiori ai soldati americani nel 1944-45? E poi, quante fazioni ci sono dentro l'Iraq? Quante etnie, quante consorterie, quanti interessi? L'errore, che è tragico oltre che ridicolo, è l'illusione di riuscire a imporre, con l'azione delle armi, una logica democratica, a cui il civilissimo Occidente è arrivato dopo secoli di storia complessa. Tra un mese dieci nuovi paesi entreranno nell'UE. Ci sono arrivati non per interventi esterni, ma perché ha agito l'esigenza della libertà. Dall'interno. ([[Mina (cantante)|Mina]])
*Il primo effetto collaterale della democrazia in Iraq è la comparsa di migliaia di prostitute sulle strade polverose di Bagdad. Non sono arrivate coi carri armati americani. Lavoravano già al tempo di Saddam, però di meno e di nascosto, perché in un afflato di moralizzazione (altrui) il tiranno aveva preso l'abitudine di farle accoppare in pubblico con un colpo di scimitarra. Adesso si aggirano senza paura, mostrando abiti sgargianti e centimetri di carne al sole. Qualcuno dubita che si tratti di una grande conquista democratica. Lo pensano anche gli iracheni che non hanno soldi per pagarle: la democrazia, senza denaro, può diventare un affronto [...]. ([[Massimo Gramellini]])