Martin Lutero: differenze tra le versioni

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*Il [[mondo]] è come un contadino ubriaco; non si fa tempo ad aiutarlo a montare in sella da una parte, che subito cade dall'altra.<ref>Citato in ''Dizionario mondiale di Storia'', Rizzoli Larousse, Milano, 2003, p. 677. ISBN 88-525-0077-4</ref>
*Il [[Salmi|Salterio]] serve a comprendere il ''[[Padre nostro]]'' ed entrambi danno un identico suono.<ref>Dalla ''Prefazione al Salterio'' (1531); citato in Ravasi, p. 143.</ref>
*{{Ancora|ragione|La [[ragione]] è direttamente opposta alla [[fede]], perciò si deve abbandonarla. Nei credenti deve essere uccisa e sepolta.}}<ref>Citato in [[Vittorio Messori]], ''[http://www.lamadredellachiesa.it/il-vaticano-emette-un-francobollo-per-celebrare-i-cinquecento-anni-della-riforma-luterana-di-vittorio-messori/ Il Vaticano emette un francobollo per celebrare i cinquecento anni della Riforma luterana]'', ''La Madre della Chiesa.it'', 16 gennaio 2017.</ref>
 
==''Breviario''==
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*La crisi personale di Lutero iniziò proprio quando vide che, nonostante il suo impegno nella vita monastica, non riusciva e rendersi giusto col suo sforzo di coerenza. ([[Walter Kasper]])
*Martin Lutero disse che, anche se avesse saputo che il mattino successivo il mondo sarebbe finito, avrebbe ancora piantato un albero nel suo giardino. È evidente che anch'egli riteneva il cammino più importante della meta. Anche il profeta gli darebbe la sua approvazione. L'albero sta nel libro. ([[Ernst Jünger]])
*Lutero donava così all'umanità una grande liberazione. Ci liberava, tutti, dall'intelligenza e dalla riflessione. Ci liberava da quella faticosa, incessante necessità di pensare. E a pensare, per giunta, secondo logica. {{ndr|<ref>Affermazione ironica sul riformatore protestante a proposito della suadi un'[[#ragione|affermazione di quest'ultimo sulla ragione di cui sopra}}.</ref> ([[Jacques Maritain]])
*La riforma di Lutero dimostra che in quel secolo ogni moto di libertà dello spirito era ancora incerto, gracile, adolescente e la scienza non poteva ancora sollevare il capo. ([[Friedrich Nietzsche]], ''Umano, troppo umano'', I, 26).