José Saramago: differenze tra le versioni

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*Saggio è colui che si contenta dello spettacolo del mondo.
*Si dice che il tempo non si ferma, che nulla ne trattiene l'incessante avanzata, lo si dice sempre con queste trite e ritrite parole, eppure non manca chi si spazientisca per la sua lentezza, ventiquattr'ore per fare un giorno, pensate, e quando si arriva alla fine si scopre che non è servito a niente, il giorno dopo è di nuovo così, sarebbe meglio che saltassimo le settimane inutili per vivere una sola ora piena, un folgorante minuto, se tanto può durare la folgore.
 
===''Il viaggio dell'elefante''===
===[[Incipit]]===
Per quanto incongruente possa sembrare a chi non tenga in attenta considerazione l'importanza delle [[alcova|alcove]], siano esse sacramentate, laiche o irregolari, nel buon funzionamento delle amministrazioni pubbliche, il primo passo dello straordinario viaggio di un elefante verso l'Austria che ci proponiamo di narrare fu fatto negli appartamenti reali della corte portoghese, più o meno all'ora di andare a letto. Si registri sin da subito che non è un semplice caso se sono state utilizzate qui queste parole imprecise, più o meno. Ci siamo dispensati così, con notevole eleganza, di entrare in particolari di ordine fisico e fisiologico un po' sordidi, e quasi sempre ridicoli, che, tirati in ballo sulla carta, offenderebbero il cattolicesimo rigoroso di dom joão, il terzo, re di portogallo e degli algarvi, e di donna caterina d'austria, sua sposa e futura nonna di quel dom sebastião che andrà a combattere ad alcácer-quibir e laggiù morirà al primo assalto, o al secondo, quantunque non manchi chi afferma che trapassò per malattia alla vigilia della battaglia.
 
===[[Explicit]]===
Settimane dopo arrivò alla corte portoghese una lettera dell'arciduca. Vi si informava che l'elefante solimano era morto, ma che gli abitanti di vienna non lo avrebbero mai dimenticato, giacchè aveva salvato la vita di una bambina il giorno stesso in cui era arrivato nella città. Il primo lettore della missiva fu il segretario di stato pêro de alcáçova carneiro che la consegnò al re, mentre diceva, È morto salomone, mio signore. Dom joão terzo fece un gesto di sorpresa e un'ombra di dolore gli rabbuiò il viso. Mandate a chiamare la regina, disse. Donna caterina non tardò, come se indovinasse che la lettera recava notizie che le interessavano, forse una nascita, forse un matrimonio. Ma di nascita e matrimonio non doveva trattarsi, l'espressione del marito raccontava ben altro. Dom joão terzo mormorò, Dice qui il cugino massimiliano che salomone. La regina non lo lascò finire, Non voglio sapere, gridò, non voglio sapere. E corse a chiudersi nella sua camera, dove pianse per tutto il resto del giorno.
 
==''L'ultimo quaderno''==
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===''Caino''===
Quando il signore, noto anche come dio, si accorse che ad adamo ed eva, perfetti in tutto ciò che presentavano alla vista, non usciva di bocca una parola né emettevano un sia pur semplice suono primario, dovette prendersela con se stesso, dato che non c'era nessun altro nel giardino dell'eden cui poter dare la responsabilità di quella mancanza gravissima, quando gli altri animali, tutti quanti prodotti, proprio come i due esseri umani, del sia-fatto divino, chi con muggiti e ruggiti, chi con grugniti, cinguettii, fischi e schiamazzi, godevano già di voce propria. In un accesso d'ira, sorprendente in chi avrebbe potuto risolvere tutto con un altro rapido fiat, corse dalla coppia e, uno dopo l'altro, senza riflessioni e senza mezze misure, gli cacciò in gola la lingua.
 
===''Il viaggio dell'elefante''===
Per quanto incongruente possa sembrare a chi non tenga in attenta considerazione l'importanza delle [[alcova|alcove]], siano esse sacramentate, laiche o irregolari, nel buon funzionamento delle amministrazioni pubbliche, il primo passo dello straordinario viaggio di un elefante verso l'Austria che ci proponiamo di narrare fu fatto negli appartamenti reali della corte portoghese, più o meno all'ora di andare a letto. Si registri sin da subito che non è un semplice caso se sono state utilizzate qui queste parole imprecise, più o meno. Ci siamo dispensati così, con notevole eleganza, di entrare in particolari di ordine fisico e fisiologico un po' sordidi, e quasi sempre ridicoli, che, tirati in ballo sulla carta, offenderebbero il cattolicesimo rigoroso di dom joão, il terzo, re di portogallo e degli algarvi, e di donna caterina d'austria, sua sposa e futura nonna di quel dom sebastião che andrà a combattere ad alcácer-quibir e laggiù morirà al primo assalto, o al secondo, quantunque non manchi chi afferma che trapassò per malattia alla vigilia della battaglia.
 
===''L'uomo duplicato''===