Heinrich Heine: differenze tra le versioni

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==''Impressioni di viaggio''==
===[[Incipit]]===
'''VIAGGIO NELLO HARZ'''<br><br>Giacche nere, calze di seta,<br>distinti polsini bianchi<br>paroline dolci, baci, leziosità!<br>Ah, se avessero un po' di cuore!<br>Un po' di cuore in petto, e amore,<br>un po' di vero amore in cuore!<br>Oh! le litanie delle loro false<br>pene d'amore mi tolgono la vita.<br><br>Voglio andarmene sui monti<br>dove stanno le capanne quiete,<br>dove il cuore si dilata libero<br>e l'aria soffia libera.<br><br>Voglio andarmene sui monti<br>dove sono gli abeti alti e scuri,<br>dove i ruscelli mormorano, gli uccelli cantano,<br>e le nuvole galoppano orgogliose.<br><br>Addio, saloni lucidi,<br>lucidi gentiluomini, signore levigate,<br>voglio andarmene sui monti<br>e da lassù ridere di voi.<br><br>La città di Gottinga, famosa per le sue salsicce e per la sua università, appartiene al re dello Hannover, ed ha novecentonovantanove focolari, varie chiese, una clinica ostetrica, un osservatorio astronomico, un carcere, una biblioteca, e una cantina municipale dove la birra è assai buona.<br>Il ruscello che le scorre davanti si chiama Leine e l'estate ci si fanno i bagni; l'acqua è molto fredda e il ruscello è tanto largo in alcuni punti, che, per saltare dall'altra parte, Luder dovette prendere una grande rincorsa. (1974)
 
===Citazioni===
*I monaci del medio evo non avevano del tutto torto quando affermavano essere il [[lingua greca|greco]] un'invenzione del demonio. Dio conosce le sofferenze che ho sopportato studiandolo. (pag1974; p. 88)
*Quelle canaglie degli dèi che allegramente governavano il mondo, mi piacevano molto. Io non credo che uno studente dell'antica Roma abbia mai imparato a memoria i punti fondamentali del suo catechismo, per esempio gli amori di Venere, meglio di quanto non lo abbia fatto io. Per dire la verità, dopo aver imparato a memoria i nomi delle antiche divinità, le avremmo anche dovute conservare, e forse non abbiamo tratto grandi vantaggi dalla nostra trinità neo-romana, o dal nostro monoteismo giudaico. Forse quella mitologia non era affatto tanto immorale, e si è trattato piuttosto di una diffamazione posteriore perché, per esempio, il porre un marito al fianco della corteggiatissima Venere, fu un pensiero molto decente da parte di Omero. (pag1974; p. 89)
*Spesso mi sentivo avvolto dal profumo degli aranci e dei limoni che spirava da quei monti, carezzevole e pieno di lusinghe, come un invito ad andare in Italia. Anzi, una volta, nella luce d'oro del crepuscolo, vidi lui in persona, sulla cima di un monte il giovane dio della primavera, col capo glorioso coronato di fiori e di alloro, gli occhi ridenti: e la sua bocca fiorita gridò: «Ti amo, vieni da me, in Italia.» (pag1974; p. 132)
*Sento in me tutta la dolce sofferenza di esistere, tutte le gioie e tutti i dolori del mondo sono miei, soffro per la salvezza di tutto il genere umano, ne sconto i peccati, ma me li godo anche. (pag1974; p. 133)
*[...] qualche volta mi sembra che il diavolo, i gesuiti, e l'aristocrazia possano esistere fin tanto che uno ci crede. (Pag1974; p. 137)
*Ai poveri italiani ridotti in schiavitù è vietata la parola, ed essi possono manifestare i sentimenti del loro cuore solo attraverso la musica. Tutto il loro odio contro la dominazione straniera, il loro amore per la libertà, la pazzia per il sentimento che hanno della loro impotenza, la loro malinconia al ricordo dello splendore passato, ed insieme la loro vaga speranza, la loro attesa, lo spasmodico desiderio d'aiuto, tutto questo è nascosto in quelle musiche che dalla più grottesca ebbrezza di vita scivolano in una morbidezza elegiaca e in quelle pantomime cha dalle carezze languide scattano improvvisamente nella più minacciosa collera. Questo è il significato dell' ''Opera buffa''. (pag1974; p. 151)
*La vita e il mondo sono il sogno di un Dio ebbro, che fugge silenzioso dal banchetto divino e va a dormire su una stella solitaria, ignorando che quando sogna crea... E le immagini di questo sogno si presentano, ora con una variegata stravaganza, ora armoniose e sensate... l'Iliade, Platone, la battaglia di Maratona, la Venere dei Medici, il Muster di Strasburgo, la rivoluzione francese, Hegel, le navi a vapore, sono pensieri che si sono staccati da quel lungo sogno. Ma un giorno il Dio si sveglierà sfregandosi gli occhi addormentati, sorriderà, e il nostro mondo sprofonderà nel nulla senza essere mai esistito... (citato in [[Arturo Pérez-Reverte]], ''La pelle del tamburo'')
*Non lontano da [[Genova]], sulla cima dell'Appennino, si vede già il mare. Fra i verdi cocuzzoli delle montagne compaiono i flutti azzurri, e le navi che si scorgono qua e là sembrano voler salire sui monti a vele spiegate. Se però si gode questa vista al crepuscolo, quando gli ultimi raggi di sole iniziano il loro mirabile gioco con le prime ombre della sera e tutti i colori e tutte le forme si intrecciano nebulosamente, allora par d'essere veramente in una fiaba, la carrozza scende stridendo, le immagini più dolci e sonnecchianti nell'anima vengono bruscamente scosse e tornano ad appisolarsi, e infine si sogna d'essere a Genova. (1960; pp. 357-358)
*Questa città è vecchia senza essere antica, stretta senza essere accogliente, e brutta oltre misura. È costruita sulla roccia, ai piedi di montagne disposte ad anfiteatro che paiono abbracciare bellissimo golfo, per cui i Genovesi hanno avuto in dono dalla natura il porto migliore e più sicuro. Ergendosi la città, come si è detto, su un sol pezzo di roccia, per risparmiare lo spazio si dovettero costruire le case molto alte e le strade molto strette, cosicchè quest'ultime sono quasi tutte oscure e solo in due di esse può passare una carrozza. Ma gli abitanti, che sono perlopiù gente di commercio, adoprano le loro case quasi esclusivamente come depositi per le merci e, di notte, per dormirci; di giorno vanno trafficando per la città o stanno seduti davanti alla porta di casa, anzi dentro la porta, perchè altrimenti quelli che abitano dirimpetto li urterebbero con le ginocchia. (1960; p. 358)
*Dalla parte del mare, specialmente verso sera, [[Genova]] offre una vista migliore. Essa giace in riva al mare come lo scheletro sbiancato di una bestia gigantesca trascinata lì dalla marea, formiche brune che si chiamano Genovesi vi vanno strisciando intorno, le onde azzurre la bagnano mormorando col loro sciacquio una ninnananna, e la luna, il pallido occhio della notte, guarda giù tutta malinconica. (1960; p. 358)
*Nonostante siano perlopiù in decadenza, i [[Palazzi dei Rolli|palazzi]] degli antichi dominatori di Genova, i nobili, sono ancora molto belli e pomposamente adorni. Quasi tutti sorgono sulle due strade più larghe, dette Strada Nuova e Balbi. (1960; p. 359)
*Il più notevole è [[Palazzo Durazzo]]. Esso contiene quadri di valore, tra cui il ''Cristo'' di Paolo Veronese con la Maddalena che gli asciuga i piedi, così bella da far temere che si lascerà sedurre ancora una volta. Io mi fermai a lungo davanti al quadro, ma ahimè, ella non alzò gli occhi! Il Cristo se ne sta lì come un Amleto della religione che dica: «''Go to a nunnery!''». Qui vidi anche alcuni dipinti di Olandesi e degli eccellenti Rubens; questi ultimi permeati della colossale giovalità del fiammingo Titano, le cui ali spirituali erano così forti che lo portarono in volo fino al sole sebbene alle sue gambe pendessero una cinquantina di quintali di formaggio olandese. (1960; p. 359)
 
==Citazioni su Heinrich Heine==
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*Heinrich Heine, ''Dalle memorie del signor von Schnabelewopski'' (''Schnabelewopski''), traduzione di Enrico Rocca, a cura di [[Paolo Chiarini]], Marsilio Editori, 1991.
*Heinrich Heine, ''Impressioni di viaggio'' (''Reisebilder''), traduzione di Vanda Perretta, EDIPEM, 1974.
*Heinrich Heine, ''Reisebilder'', traduzione di Alba Burger Cori, UTET, Torino, 1960.
*Arturo Pérez-Reverte, ''La pelle del tamburo '' (1995), traduzione di I. Carmignani, Net, 2003. ISBN 8851521042
*[[Paolo Chiarini]], ''Parola e immagini'', introduzione a Heinrich Heine, ''Dalle memorie del Signor von Schnabelewopski'', Marsilio Editori, Venezia, 1991. ISBN 88-317-5548-X