Voto (elezione): differenze tra le versioni

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*Noi, come cittadini, abbiamo un'arma molto potente: il voto, solo che non lo sappiamo usare. Ci lasciamo corrompere da quelli che hanno interessi nei vari partiti con promesse che poi non vengono nemmeno mantenute ma una volta per sempre cerchiamo di rivoltare questo sistema, di questi vecchi personaggi, perché quella è l'unica strada ormai che rimane. Perché poi ce ne sarebbe un'altra ma sarebbe troppo cruenta e invece c'è il voto: di non votare. Voi non fate questo per il popolo voi non meritate di andare a fare i ministri o i deputati o altro. ([[Carmine Schiavone]])
*''Sarà la prima volta che non andrò a votare, | sarà la prima volta che non andrò a puttane.'' ([[Le luci della centrale elettrica]])
*Se riuscite a fare la fila per un dannato telefono, potete anche fare la fila per votare. Se riuscite a trovare l'after party, potete anche trovare il seggio elettorale. Se riuscite a trovare il tempo per farvi un tatuaggio, potete trovarlo anche per registrarvi come elettori. La foto d'identificazione? [...] Pensatela come un selfie per la democrazia! Fatelo e basta! ([[Bill Maher]])
*Se siete annoiati e disgustati dalla politica e non vi disturbate a votare, di fatto votate per gli arroccati establishment dei due principali partiti, i quali, potete starne certi, stupidi non sono, ma anzi hanno una consapevolezza profonda di quanto gli convenga mantenervi in una condizione di disgusto e noia e cinismo, fornendovi ogni possibile motivazione psicologica perché il giorno delle primarie ve ne stiate in casa a farvi i cilum guardando Mtv. Sia chiaro: avete tutto il diritto di stare a casa, se volete, ma non prendetevi in giro pensando di non votare. In realtà, non votare è impossibile: si può votare votando, oppure votare rimanendo a casa e raddoppiando tacitamente il valore del voto di un irriducibile. ([[David Foster Wallace]])
*Sono tanti anni che seguo la politica molto da vicino, è il mio lavoro. Non avevo mai vissuto, tuttavia, niente di simile a quello che stiamo tutti quanti oggi vivendo. Un disorientamento così assoluto, una perdita repentina di ogni punto di riferimento. Una classe politica che ha rinunciato a occuparsi del fatto che la metà dei cittadini non va più a votare e si trincera dentro un recinto ogni giorno più esiguo, che canta vittoria quando dentro quella minoranza ottiene la maggioranza. Si vincono le elezioni, oggi, coi voti di un cittadino su dieci. Altrove, in altre democrazie, può essere considerato un buon risultato. In Italia non era mai successo. In Italia quando ero ragazza, non molti decenni fa, votare non era considerato solo un diritto, era prima un dovere. Del resto questo c'è scritto nella Costituzione: un dovere. Bisognava votare, magari scheda bianca ma si andava. Ricordo che mio nonno mi diceva che se non ti presentavi al seggio ti sporcavi la fedina penale, ci scrivevano sopra «non ha votato» ed era una vergogna, poi dopo magari perdevi il lavoro. Lo diceva con orgoglio, gli sembrava giusto così. Avevano lottato tanto. A votare, a parte una minoranza davvero esigua, ci andavano tutti. ([[Concita De Gregorio]])