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Storia della Germania. Citazioni: la spinta verso oriente
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{{NDR|Enzo Biagi, ''Quante storie'', Rizzoli, Milano, 1989. ISBN 88-17-85322-4}}
 
==[[Incipit]] di ''Storia della Germania''==
===[[Incipit]]===
La storia tedesca è una storia di estremi. Contiene tutto fuorché moderazione e nel corso di un migliaio di anni i tedeschi hanno sperimentato tutto fuorché la normalità. Hanno dominato l'Europa e sono stati le vittime impotenti della dominazione altrui; hanno goduto di libertà senza confronti in Europa e sono caduti vittime di dispotismi ugualmente senza confronti; hanno prodotto i filosofi più profondi, i musicisti di più alta spiritualità e gli uomini politici più brutali e privi di scrupoli. «Tedesco» ha significato ora un essere così sentimentale, così pio, così leale, da risultare fin troppo buono per questo mondo; e ora un essere così violento, così privo di qualsiasi principio, così corrotto da non meritare di vivere. Entrambe le descrizioni sono vere: sia l'uno che l'altro tipo di tedeschi è esistito non solo nella stessa epoca, ma nelle medesime persone. È solo la persona normale, né particolarmente buona né particolarmente cattiva, sana, equilibrata, moderata, che non ha mai impresso il suo marchio sulla storia tedesca.
 
==Citazioni==
*La spinta tedesca verso oriente contro i popoli slavi, che operò in maniera costante fin dall'XI secolo, aveva due aspetti distinti. L'uno era il metodo della conquista militare, che portò alla creazione della Prussia-Brandeburgo: gli slavi vennero assoggettati, e al loro posto veniva non già il popolo tedesco, ma l'oppressore Junker privo di sentimento nazionale, che nutriva invero altrettanto disprezzo per i borghesi tedeschi che per i suoi stessi contadini slavi. L'altro metodo, ch'era di gran lungo il più diffuso, consisteva nella penetrazione economica per mezzo della classe mercantile tedesca. (Capitolo I. La Germania divisa: il retaggio del Sacro Romano Impero, p. 29)
 
==Bibliografia==