Giampiero Carocci: differenze tra le versioni

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*La politica concordataria, già avviata da [[Benedetto XV]], venne singolarmente favorita da [[Pio XI]]. Questo papa, a differenza del predecessore, aveva una concezione che si potrebbe dire intransigente, teocratica e totalitaria del cattolicesimo e dei suoi rapporti con la società civile. Gli strumenti per realizzare questa concezione dovevano essere, nell'animo del pontefice, la politica concordataria e l'azione cattolica. Egli detestava il [[socialismo]] e il [[comunismo]], e, pur deplorandone le intemperanze, vedeva con simpatia il fascismo in quanto argine [[Bolscevismo|antibolscevico]] e anche per la sua natura illiberale. (Lo stato fascista, p. 50)
*Egli {{NDR|[[Giovanni Gentile]]}} credeva – si direbbe – che spettasse alla realtà di modellarsi sul suo coerente e metafisico speculare e non viceversa. Passò dal liberalismo al fascismo – e vi rimase fedele fino alla morte – perché credette di veder realizzata, nella sua barbarie vichianamente generosa, la lezione morale di [[Francesco De Sanctis]], cioè una riforma etico-religiosa del tradizionale carattere italiano, scettico e sorridente. («Quota novanta», p. 64)
*[[Achille Starace|Starace]] possedeva in sommo grado le qualità del cortigiano. Erano le qualità che, forse inconsciamente, sempre più Mussolini andava cercando e che sempre più si andavano affermando, insieme a quelle del profittatore, fra le alte gerarchie del partito, e dello stato. Più che dei collaboratori Mussolini voleva degli esecutori. Era disposto a chiudere un occhio se molti di costoro si arricchivano in modo più o meno lecito. (''La grande crisi'', p. 96)
 
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