Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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*Anche la sperimentazione farmaceutica è un inferno solitario, diretta da aguzzini che non sanno di essere tali. Ho visto agonizzare tutta una notte, e morire, una di queste creature meravigliose, avvelenata da una «cura». Ricordo che durante quella notte, a un tratto, sentii piangere un bambino. Nella stanza non c'era nessuno. Era questa bestia innocente che aveva gridato con voce da bambino. Perché era un bambino – era un cucciolo – e come un bambino pativa e invocava un aiuto che non poteva esserci più. (p. 179)
*Insegnerei poi nelle scuole cos'è veramente (nei suoi lati immondi) il celeste impero umano, e com'è notturna ma sacra, dolorosa ma spesso così dolce, l'oscura e umile nazione degli animali. (p. 187)
*Il [[cervo]] [...] divenne per me una immagine misteriosa della natura stessa, ardita e vitale, innocente e già salva nel pensiero di Dio [...]. (p. 196)
*[...] colmo dei colmi – dopo l'atrocità degli allevamenti – raggiunto dall'uomo: la vivisezione. [...] Guardate queste fotografie, lettrici e lettori, e dite se prima di tutte le vostre sofferenze non venga questa sofferenza. [...] Prima questo! Prima salvare questo! Prima ridare il respiro ai figli della natura – i nostri fratelli maggiori –, toglierli dalla croce su cui l'uomo li ha innalzati. Solo dopo verranno i nostri interessi. Perché – se noi lasciamo sulla croce queste creature – significa che siamo morti, anzi, già puzziamo. [...] Si dice «carogna» del corpo morto dell'animale. E come si chiamerà l'Anima dell'{{maiuscoletto|uomo}} giunta a salvare il proprio corpo attraverso tante infamie? (pp. 202-203)
*Ma il dolore degli animali è ormai il primo dei miei pensieri, e giudico perfino il «genio» da quel rapporto: se c'è o non c'è, ''con'' l'indignazione. Non è che non abbia altri due o tre pensieri-base (compagni di ogni ora – compagni di tutti), ma mi sembra che all'inizio di ogni affanno o terrore bisognerebbe ricercare il peccato, ch'è l'assenza di innocenza, ma soprattutto di pietà per i più deboli. (p. 210)
 
==Citazioni su Anna Maria Ortese==