Emilio Praga: differenze tra le versioni

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L'ultima cresta delle Alpi spiccava negra e tagliente sull'oro del cielo; – sembrava una bara rosicchiata da qualche tarlo mostruoso, e posta là, immensa, per ricevere il sole. Dalle falde più basse, i dirupi, i pini, le querce, i frassini chiassosi precipitavano nella valle una ridda gigantesca di ombre che si avvoltolavano pei culmini e le profondità, allungandosi, allargandosi, rimpicciolendosi, in su e in giù, a destra, a sinistra, da tutte le parti, tonde, aguzze, attortigliate, distese, come corpi senz'ossa rovesciati alla rinfusa da una mano invisibile.
 
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