Anna Maria Ortese: differenze tra le versioni

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inizio ''Le piccole persone''
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*Come un imbuto viscido il cortile, con la punta verso il cielo e i muri lebbrosi fitti di miserabili balconi; gli archi dei terranei, neri, coi lumi brillanti a cerchio intorno all'Addolorata; il selciato bianco di acqua saponata, le foglie di cavolo, i pezzi di carta, i rifiuti, e, in mezzo al cortile, quel gruppo di cristiani cenciosi e deformi, coi visi butterati dalla miseria e dalla rassegnazione, che la guardavano amorosamente. Cominciarono a torcersi, a confondersi, a ingigantire. Le venivano tutti addosso, gridando, nei due cerchietti stregati degli occhiali. Fu Mariuccia per prima ad accorgersi che la bambina stava male, e a strapparle in fretta gli occhiali, perché Eugenia si era piegata in due e, lamentandosi, vomitava. (da ''Un paio di occhiali»''; in ''Il mare non bagna Napoli'', Adelphi, 2014)
*Come tutte le mostruosità, [[Napoli]] non aveva alcun effetto su persone scarsamente umane, e i suoi smisurati incanti non potevano lasciare traccia su un cuore freddo. (da ''Il silenzio della ragione'', in ''Il mare non bagna Napoli'', Rizzoli, 1975, p. 155)
 
==''Le piccole persone''==
*Ci sono momenti in cui un [[albero]] ci si mostra improvvisamente ''umano'', ''stanco''. Altri momenti che un'umile [[animale|bestia]] (o ciò che crediamo tale) ci guarda in modo tanto quieto, benevolo, profondo, tanto puro, consapevole, amoroso, «divino», da farci balenare l'idea di una comune Casa, un comune Padre, un comune Paese, un Reale tanto felice e beato, dal quale partimmo ''insieme'', per naufragare in questo. (p. 16)
*Non si dice degli animali: queste anime viventi – tale è il loro nome nei testi sacri – occupano il grado più basso, ormai, di tutta la vita vivente, e dove in tempi precedenti la loro sfortuna, asservimento, dolore era cosa casuale ora è cosa altamente programmata, tramite l'industria, e li vediamo in ogni punto della loro muta vita soggetti alla infame programmazione del vivere – una minima parte – umano, alla programmazione del potente umano. Allevamenti, macelli, laboratori, giochi infami, sacrifici solo apparentemente religiosi – in realtà sadici –, maltrattamenti, divertimenti e alla fine ritiro totale, da essi, di ogni pur apparente protezione della legge: ridotti a cose, essi anime viventi, e il loro vivere pari in tutto all'inferno che l'uomo temeva ed ora ha pienamente realizzato. Lo ha realizzato per i più deboli. (p. 34)
*L'uomo è, generalmente, inumano, egli è l'amorale per eccellenza, e i suoi bisogni – che afferma essere sacri – sacri non riconosce ai più deboli di lui. Così l'uomo è l'oggetto più sordo e cieco dell'Universo, e si spiega a questo punto la sua necessità di considerare il luogo dove vive, la Terra, un oggetto meccanico, a lui pienamente soggetto, di cui egli conosce tutti i segreti e dispone di tutti i comandi. Ed egli s'illude quindi di controllare terremoti, maree, inondazioni, epidemie, disastri celesti, e ogni altro orrore: e forse pensa – anzi pensa senza dubbio – almeno io, il più forte tra gli uomini, [[Henry Ford|Ford]] o qualsiasi altro, mi salverò, a causa dei miei soldi. Tutti gli altri si perderanno, ma io che posseggo potere sugli altri, mi salverò. Così piccolo e miope è il più grande e il più forte dei terrestri. (pp. 34-35)
 
==Citazioni su Anna Maria Ortese==
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==Bibliografia==
*Anna Maria Ortese, ''Il mare non bagna Napoli'', Adelphi, Milano, 2014. ASIN B00L81YHR2
*Anna Maria Ortese, ''Le piccole persone: in difesa degli animali e altri scritti'', Adelphi, Milano, 2016. ISBN 978-88-459-3070-6
 
==Altri progetti==
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===Opere===
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