Jerome K. Jerome: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Gli scapoli sono convinti che le donne sposate pendano dalle labbra del marito e siano disposte a bere qualunque frottola, purché sia raccontata da lui. (p. 16)
*Mi spiegò che il suo [[Motti dai libri|motto]] era: «Prendere uomini in gamba e trattarli bene».<br/>«Lavorano meglio, se lei li tratta bene» soggiunse «e poi ritornano.» (p. 22)
*Quando si va in [[tandem]], c'è sempre qualche discussione. A sentire quello che sta davanti, il compagno che sta dietro non fa un bel niente; dal canto suo, quello che sta dietro ritiene di essere il solo a imprimere movimento al veicolo e, secondo lui, l'altro non fa altro che ansimare. Il mistero non sarà mai chiarito. (p. 41)
*Ethelbertha va in collera quando io mi rado troppo alla svelta. Ha paura che gli estranei, vedendomi, pensino a un maldestro tentativo di suicidio, e che nel vicinato si sparga la voce che noi non siamo felici insieme. Di solito, aggiunge, come argomento sussidiario, che quando si ha una faccia come la mia, si cerca almeno di non peggiorarla. (p. 72)
*Di tutti i giochi del mondo quello più universalmente popolare è il gioco della scuola. Si raccolgono sei bambini, facendoli sedere su un gradino, poi ci si mette a camminare avanti e indietro con un libro e un bastone. [...] È un gioco che non stanca mai, che non annoia mai. Soltanto una cosa guasta un po' quel gioco: la tendenza degli altri sei bambini a reclamare a gran voce il loro turno di tenere in mano il libro e il bastone. Secondo me, il motivo per cui il giornalismo è una professione che attrae tanta gente, a dispetto di tutti i suoi svantaggi, è questo: ogni [[giornalista]] è convinto dentro di sé di essere quel tal ragazzo che cammina avanti e indietro col bastone e il libro. Il governo, le classi sociali, le masse, la società, l'arte e la letteratura sono gli altri bambini seduti sullo scalino. Il giornalista li istruisce e li migliora. (pp. 89-90)
*Se un uomo mi fermasse per la strada e mi domandasse l'orologio, rifiuterei di darglielo. Se minacciasse di portarmelo via con la forza, benché io non sia un tipo combattivo, farei del mio meglio per impedirglielo. Ma, se invece manifestasse l'intenzione di portarmi via l'orologio per mezzo di un'[[azione legale]], io me lo toglierei e glielo porgerei, senza esitare, nella convinzione di essermela cavata a buon mercato. (direttore, p. 92)
*Un [[formicaio]] è molto simile a un altro. Strade e strade, larghe o strette, dove brulicano i piccoli esseri in una strana confusione; alcuni sembrano indaffaratissimi; altri fan crocchio con l'aria di cospiratori; questi arrancano, trascinando pesi enormi per loro, e quelli si crogiolano al sole. Innumerevoli granai che traboccano di provviste, innumerevoli cellette dove le minuscole creature dormono, mangiano e amano; l'angolo dove giacciono le loro piccole ossa bianche. Un formicaio è più vasto, quello attiguo è più piccolo. Un nido giace sulla sabbia, un altro sotto le pietre. Questo è stato costruito ieri, mentre quello venne fabbricato tanto tempo fa, si dice persino prima della venuta delle rondini... chissà? (p. 94)
*Ogni vallata ove l'uomo ha la sua dimora possiede la propria [[Canzoni dai libri|canzone]]. Vi dirò la trama; potete volgerla in versi e metterla in musica per conto vostro.<br/>''C'era una volta una fanciulla,<br/>sopraggiunse un baldo giovane,<br/>l'amò e cavalcò via.''<br/>È una monotona canzone scritta in molte lingue. (p. 94)
*Tutti gli stranieri convengono che, per quanto riguarda la grammatica, {{NDR|l'[[Lingua inglese|inglese]]}} è la lingua più facile da imparare. Un tedesco, confrontandola con la propria lingua dove ogni parola e ogni frase sono soggette ad almeno quattro regole distinte e separate, vi dirà che l'inglese non ha grammatica. Buona parte degli inglesi ha l'aria di essere arrivata alla stessa conclusione; però, a torto. In realtà, una grammatica inglese esiste, e uno di questi giorni le nostre scuole dovranno per forza accorgersene. Così verrà insegnata ai nostri bambini, e può darsi persino che un giorno la grammatica finisca col penetrare negli ambienti letterari e giornalistici. Per ora sembra che noi ci troviamo d'accordo con gli stranieri nel considerarla una entità trascurabile. (p. 104)
*La pronuncia inglese è il maggior ostacolo per il nostro progresso. La grafia delle parole inglesi sembra essere stata fabbricata apposta per confondere chi deve pronunciarle. È un'intelligente precauzione diretta a frenare la iattanza dello straniero il quale, altrimenti, imparerebbe l'inglese in un anno. (p. 104)
*Nei caffè e nei ristoranti di [[Berlino]], il maggiore movimento si produce tra la mezzanotte e le tre del mattino. E tuttavia, la maggior parte delle persone che li frequentano si alzano alle sette. O il berlinese ha risolto il grande problema della vita moderna – quello di vivere senza dormire – oppure, come Carlyle, brucia le tappe verso l'eternità. (p. 113)
*[[Potsdam]], la Versailles di Berlino, è un'incantevole cittadina, situata tra laghi e boschi. Là, negli ombrosi sentieri dell'ampio e tranquillo parco di Sans-Souci, è facile immaginare il grande Federico, allampanato e tabaccone, che vagabonda piacevolmente con lo stridulo Voltaire. (p. 113)
*Quelle non sono cassette per lettere, sono [[Nido artificiale|nidi di uccelli]]. Bisogna capire questo paese. Il tedesco ama gli uccelli, ma li vuole ordinati. Un uccello lasciato a se stesso fabbrica il proprio nido dove capita. Non è un oggetto estetico secondo il concetto tedesco. Non è verniciato, non ha un ornamento di stucco, nemmeno una bandierina. Una volta terminato il nido, l'uccello finisce per vivere fuori. Lascia cadere tante cosette sull'erba: fuscelli, pezzetti di vermi e altro. È indelicato. Fa all'amore con sua moglie e ciba i suoi piccoli in pubblico. Qualunque padre di famiglia tedesco ha diritto di scandalizzarsi. Egli dice all'uccellino: "Per molte cose mi piaci. Mi piace guardarti e mi piace udire il tuo canto. Però non mi piacciono le tue abitudini. Prendi questa cassettina e mettici dentro le tue lordure, in modo che io non possa vederle. Esci quando vuoi cantare, ma sbriga le tue cose intime là dentro. Rimani nella tua cassetta e non insudiciarmi il giardino". (p. 118)
*L'albero preferito dai tedeschi è il [[pioppo]]. La gente di altri paesi disordinati può cantare la bellezza della quercia nodosa, del castagno dai rami dolcemente protesi, o dell'olmo ondeggiante. Per il tedesco queste piante caparbie e scarruffate sono un pruno nell'occhio. Il pioppo cresce dove lo si pianta e come lo si pianta. Non ha idee personali. Non sente il bisogno di allargare i suoi rami né di ondeggiare. Si limita a crescere dritto e slanciato, come si conviene a un albero tedesco; perciò, gradatamente, i tedeschi vanno sradicando tutti gli altri alberi e li sostituiscono con pioppi. (pp. 199-120)
*Tutto ben considerato, [[Dresda]] è forse la città più attraente della Germania; ma è uno di quei luoghi in cui si dovrebbe vivere per qualche tempo, non passarvi per una visita frettolosa. I suoi musei, le sue gallerie, i suoi giardini e i suoi bei dintorni, ricchi di ricordi storici, formano la gioia del viaggiatore che vi sosta per una stagione, ma disorientano chi vi rimane una settimana. Dresda non ha il gaio movimento di Parigi o di Vienna di cui si è presto sazi, il suo fascino è più solidamente tedesco e più duraturo. Quella è la mecca degli appassionati di musica. A Dresda, per cinque scellini, si può prendere una poltrona al Teatro dell'Opera, contraendo, ahimè, una forte avversione per gli spettacoli dei teatri d'opera inglesi, francesi o americani. (p. 122)
*[[Praga]] è una delle città più interessanti d'Europa. Le sue pietre sono, per così dire, sature di storia e di ricordi romantici; ogni suo sobborgo è stato un campo di battaglia. È la città in cui fu concepita la Riforma e in cui maturò la Guerra dei trent'anni. Però, vien fatto di pensare che una buona metà dei guai che Praga ha passato, sarebbe stato possibile evitarla, se le case della città avessero finestre meno ampie e meno tentatrici. La prima di tante catastrofi ebbe inizio dopo che i sette consiglieri cattolici furono gettati fuori dalle finestre del municipio e andarono a finire sulle picche degli hussiti che stavano di sotto. Il segnale della seconda catastrofe fu dato con il lancio dei consiglieri imperiali dalle finestre del vecchio Burg, situato nella parte alta della città; fu quella la seconda ''Fenstersturz'', o defenestrazione di Praga. Dopo d'allora altre fatali questioni si sono definite in Praga, ma, dato che la loro liquidazione è avvenuta senza violenze, vien fatto di concludere che le discussioni si svolsero nella cantine. Per un autentico praghese, infatti, l'avere a portata di mano una finestra da introdurre come argomento nella disputa avrebbe costituito una tentazione troppo forte. (p. 133)
*La [[lingua ceca]], a quanto si dice, è antichissima e ha un alto valore dal punto di vista filologico. Il suo alfabeto contiene quarantadue lettere e suggerisce allo straniero un parallelo con l'alfabeto cinese. Non è una lingua che si possa imparare in un batter d'occhio. (p. 135)
*Dicono che i buoni tedeschi vanno a morire a Carlsbad, come i buoni americani a Parigi.<br/>Io ne dubito, poiché è un gran luogo piccolo e inadatto a ospitare una gran folla di persone. (p. 144)
*[[Norimberga]], per chi ci arriva aspettandosi di vedere una città di aspetto medioevale, è una delusione. Non mancano, è vero, angoli bizzarri e scorci pittoreschi, ma sono dovunque inframmezzati con qualcosa di moderno, e anche ciò che è antico non lo è tanto quanto ci si aspettava. Dopo tutto, una [[città]] è come una donna: ha soltanto l'età che dimostra, e Norimberga è una dama ben conservata alla quale è difficile dare un'età, mascherata com'è dalla vernice fresca e dagli stucchi, nello sfolgorio delle luci a gas ed elettriche. Eppure, osservando con attenzione, si finisce col vedere anche le sue mura rugose e le sue torri grigie. (p. 145)
*Un altro oggetto col quale si riesce ottimamente a procurarsi delle emozioni in Germania è la comune carrozzella per bambini. A quel che si può fare o non si può fare con un ''Kinderwagen'', come lo chiamano laggiù, sono dedicate pagine e pagine nei codici tedeschi; dopo aver letto quelle pagine, si deve concludere che l'uomo capace di spingere una carrozzella per bambini in una città tedesca, senza infrangere la legge, sarebbe tagliato per la carriera diplomatica. Non si può andare a passo di lumaca con una carrozzella per bambini. Né si può andare troppo in fretta. Non si deve intralciare il cammino dei passanti con la carrozzella, e se qualcuno si trova sulla sua strada, è la carrozzella che deve togliersi di mezzo. Se ci si vuol fermare bisogna andare nel luogo appositamente designato, dove le carrozzelle si possono fermare, e quando si arriva là, ci si ''deve'' fermare. Non si può attraversare la strada con una carrozzella; se voi e il bambino abitate dall'altra parte della strada, peggio per voi. Non dovete lasciare la vostra carrozzella da nessuna parte, e soltanto in certi luoghi ve la potete portare dietro. Direi che, in Germania, chi porta in giro una carrozzella per bambini, si può procurare in mezz'ora tante grane, da averne abbastanza per un mese. Qualunque giovane inglese desideroso di attaccar lite con la polizia, otterebbe magnificamente lo scopo andando in Germania e portando con sé una carrozzella per bambini. (pp. 162-163)
*L'[[abitudine]] rende ciechi per ciò che non si desidera vedere. (p. 211)
*I tedeschi sono riusciti a convincersi che non vi è nulla di brutale nella ''[[Mensur]]''... nulla che offenda la sensibilità, nulla di degradante. Sostengono che essa stimola nella gioventù tedesca il sangue freddo e il coraggio. [...] La ''Mensur'' non ha altro risultato che renderlo simile {{NDR|lo studente tedesco}} a un bruto. Può darsi che comporti anche un sfoggio di abilità – così dicono – ma non salta all'occhio. Il combattimento, di per sé, ricorda gli scontri dei cavalieri antichi, con le loro draghinasse; e lo spettacolo, in complesso, rappresenta un felice tentativo di combinare il ridicolo con lo sgradevole. (pp. 211-212)
*In favore del duello propriamente detto, si possono portare molti argomenti. Ma la ''[[Mensur]]'' non ha alcuna giustificazione. È puerile, il fatto che sia crudele e brutale non ne diminuisce menomamente la puerilità. Le ferite non hanno una valore intrinseco di per se stesse; è la causa che le nobilita, non la loro gravità. [...] L'iscriversi a una società con l'unico scopo di farsi tagliuzzare, riduce l'uomo al livello intellettuale di un derviscio danzante. Gli esploratori ci narrano dei selvaggi dell'Africa centrale che esprimono il loro gaudio, durante le feste, facendo salti e capriole e sfregiandosi. Però, non vedo la necessità che gli europei li imitino. La ''Mensur'' è, in conclusione, la ''reductio ad absurdum'' del duello; se i tedeschi non riescono a capirne da soli il ridicolo, non si può altro che rammaricarsi per la loro mancanza di spirito. (pp. 216-217)
*I [[tedeschi]] sono un buon popolo. In complesso, forse, sono il popolo migliore del mondo; un popolo affettuoso, altruista e bonaccione. Io sono sicuro che la grande maggioranza dei tedeschi se ne va in paradiso. Anzi, confrontando i tedeschi con la popolazione degli altri paesi cristiani, si è costretti a concludere che il paradiso dev'essere principalmente di marca tedesca. Però, non riesco a capire come i tedeschi ci arrivino. Che l'anima di un singolo tedesco abbia abbastanza iniziativa per volarsene da sola e andare a bussare alla porta di san Pietro, non lo posso credere. Penso, piuttosto, che le anime vengano condotte lassù a plotoni, e affidate all'anima di un defunto agente di polizia. (pp. 230-232)
 
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