Sergio Quinzio: differenze tra le versioni
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*Quel che va sotto il nome di «[[democrazia]]» (ben oltre il significato dottrinario del termine) è il tentativo di sostituire alla sostanza la forma, all'autorità il meccanismo, al rischio il controllo, alla persona la struttura. Un prodotto dell'«era della macchina». (da ''Religione e futuro'', Realtà nuova, Firenze, 1962, p. 96)
*Questo lo diceva il Tao: "L'imperatore non fa mai leggi, perché se emanasse una norma vorrebbe dire che qualcosa non va". Ogni legge in qualche modo è la spia di una condizione imperfetta: l'ideale sarebbe non averne bisogno.<ref name=qunzegstampa95>Da Sergio Quinzio, [[Gustavo Zagrebelsky]], ''Democrazia e Apocalisse'', a cura di Maurizio assalto, ''La Stampa'', 28 maggio 1995, p. 21.</ref>
*[[Salvatore Satta|Satta]] vuole di più, cerca una fede che non può stare nel solco millenario della religione tradizionale. La stessa fede, certo, ma non riducibile senza residui a come è stata fin qui pensata e vissuta. Questo lo avvicina ai grandi autori russi nutriti in profondità dalla fede ortodossa
*Se l'amore cristiano si distingue non solo, e nettamente, dall'amore predicato da tradizioni religiose lontane [...] ma dallo stesso amore veterotestamentario, perché la morte del Messia scuote dalle fondamenta l'antico edificio, si distingue anche dall'amore concepito dai moderni solidarismi e dalle moderne filantropie, che hanno tuttavia origini confusamente cristiane. Se ne distingue proprio perché l'amore cristiano è, nella conformità alla croce, consapevole di dover scendere nella morte. (da ''La fede sepolta'', Adelphi, Milano, 1997, pp. 66-67)
*Si sente comunemente parlare di mito biblico, e persino di mito cristico; ma questo significa non percepire la lontananza e la drammatica opposizione fra il mito che è protologico, e la fede, che è invece escatologica, e quindi rivolta al futuro e non al passato. (da ''Mysterium iniquitatis'', Adelphi, Milano, 1995)
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