Marco Malvaldi: differenze tra le versioni

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*La scienza è l'arte di fare previsioni. Tutto il sapere scientifico nasce da regole trovate a partire da osservazioni sperimentali, da situazioni note e misurate. Se corretta, la regola ci dirà quello che succederà in situazioni analoghe mai sperimentate prima.<br/>A patto che la regola sia corretta. E che l'analogia regga.<br/>La capacità di fare analogie, di vedere similitudini e somiglianze, è necessaria per progredire. Senza, saremmo automi. Ma una similitudine, per quanto bella sia, e per quanto logica e affidabile appaia, non è scienza. Non lo è per un motivo semplice e scemo: potrebbe non essere vera. (pp. 78-79)
*Una parola, da sola, può avere tanti significati. Dipende tutto, quasi sempre, dal contesto in cui si trova. Anche la stessa, identica molecola, inserita in contesti diversi, può avere comportamenti e significati molto diversi; un po' come la parola «calcio», che sull'etichetta del latte probabilmente rinforza le ossa, mentre nella cronaca di un incontro di arti marziali di solito le distrugge. (p. 150)
*Ogni [[teoria scientifica]] può dirsi tale solo se ammette di essere falsificata. Ogni teoria scientifica che viene falsificata non è più una teoria scientifica. E non lo è da quel momento in poi.<br/>Da quel momento, è solo storia della scienza: una cosa diversa dalla scienza, ma necessaria a chi fa ricerca quanto la scienza stessa. Non si impara mai quanto dai propri errori, ma anche conoscere gli errori degli altri aiuta non poco. (p. 156)
*Paesaggi marini, natura esausta, colori tratteggiati e accennati, lampi di luce improvvisi, volti di donna che evocano memorie indefinite ma struggenti, muri che chiudono la vista, una sensazione di totale spaesamento che improvvisamente per un attimo si ricompone in un barlume di lucidità che sembra far capire tutto: ecco alcune delle infinite suggestioni che travolgono il lettore di ''[[Eugenio Montale#Ossi di seppia|Ossi di Seppia]]'', capolavoro assoluto della nostra poesia (chi la pensa diversamente dovrà vedersela con mia moglie) e opera prima di Eugenio Montale. (p. 176)
*Come definireste il [[disordine]]?<br/>A me, sinceramente, viene in mente un Malvaldi che vaga per casa, cercando disperato le chiavi dello studio, mentre dietro di lui la moglie recita paziente la Litania delle Chiavi Sperdute: «Nel bracciolo della macchina hai guardato? Ieri sei andato a giocare a ping pong, potresti averle lasciate nella borsa?».<br/>Dopodiché, mentre il Malvaldi è lì che infrange il secondo comandamento, si ode la dolce voce della consorte: «Trovate. Erano nella cassettiera».<br/>«Ci avevo guardato nella cassettiera.»<br/>«Erano nel secondo cassetto. Lo studio pensi di trovarlo? È sempre lì al solito posto, però se vuoi ti scrivo l'indirizzo sulla mano...» (p. 183)