Bernard de Mandeville: differenze tra le versioni

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==''La favola delle api''==
*''Non dobbiamo il vino alla [[vigneto|vite]] misera e contorta | che, fin quando cresceva liberamente, | soffocava le altre piante e dava solo legna, | ma ci allietò del suo nobile frutto | quando fu legata e potata? | Così il [[vizio]] diventa benefico | quando è sfrondato e corretto dalla giustizia. | Anzi, se un popolo aspira a essere grande, | il vizio è necessario allo Stato | quanto la fame per mangiare. | La virtù da sola non può far vivere | le nazioni nello splendore; | coloro che vorrebbero far tornare l'[[età dell'oro]] | insieme con l'onestà debbono accettare le [[ghianda|ghiande]].'' (2012, p. 32)
*Chi vuole far tornare l'[[età dell'oro]], deve tenersi pronto per le [[ghianda|ghiande]] come per l'onestà. (2008, p. 21)
*Tutti gli [[animale|animali]] sono solleciti soltanto nel soddisfare se stessi e seguono le loro naturali tendenze, senza alcuna considerazione del bene o del male che dal proprio soddisfacimento può derivare agli altri. (2012, p. 34)
*Come fra tutti gli animali, che non siano troppo imperfetti per poter avere [[orgoglio]], troviamo che i migliori, cioè i più belli e i più apprezzabili della loro specie, sono in generale i più orgogliosi, cosi nell'uomo, il più perfetto degli animali, l'orgoglio è talmente inseparabile dalla sua profonda essenza (per quanto astutamente alcuni possano aver imparato a nasconderlo e a dissimularlo) che, senza di esso, il composto di cui è fatto mancherebbe di uno dei più importanti elementi. (2012, p. 35)
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*La natura ha insegnato al vostro stomaco a esigere solo vegetali, ma il vostro sfrenato desiderio di cambiamenti, d'innovazioni, vi ha spinto a distruggere gli animali, senza alcuna necessità né alcun criterio di giustizia, ha pervertito la vostra natura, ha distorto i vostri appetiti, comunque li abbiano chiamati il vostro orgoglio e la vostra smania di lusso. (2012, p. 103)
*[...] quando, per rendere più tenera la carne degli animali maschi, preveniamo, con la [[castrazione]], la durezza cui altrimenti giungerebbero tendini e ogni altra fibra, ritengo che ciò dovrebbe muovere a pietà ogni creatura umana, se si pensa alla crudeltà della cura con cui li si ingrassa per ucciderli. Quando un grosso e generoso [[toro|torello]], dopo aver resistito a colpi dieci volte più forti di quelli che avrebbero ucciso il suo assassino, cade infine tramortito, gli si lega la testa a terra con le corde e gli viene inferta una larga ferita nel collo; quale mortale può, senza provare pietà, ascoltare i penosi muggiti impediti dal prorompere del sangue, i dolorosi sospiri che denunciano quanto forte sia la sua angoscia, i profondi gemiti disperati che provengono dalle profondità del forte e palpitante cuore, guardare le violente convulsioni delle membra, vedere, mentre il sangue fumante scorre via da lui, l'occhio appannarsi e offuscarsi, e osservare infine la lotta, l'ansito, gli ultimi disperati sforzi per la vita, segni certi della sua prossima fine? Quando una creatura ha dato tali convincenti e innegabili prove del terrore, della sofferenza e dell'angoscia che prova, esiste un seguace di [[Descartes]] così uso al sangue da non rifiutare, con la sua pietà, la filosofia di quel vano ragionatore? (2012, p. 104)
*Il [[vizio]] è tanto necessario in uno stato fiorente quanto la fame è necessaria per obbligarci a mangiare. È impossibile che la virtú da sola renda mai una nazione celebre e gloriosa. {{c}}
 
==Bibliografia==
*Bernard Mandeville, ''[https://books.google.it/books?id=oc8ctsLcuBIC&pg=PT0 La favola delle api: Vizi privati e pubbliche virtù]'', a curatraduzione di TitoClara MagriValenziano, LaterzaBUR, Roma-BariMilano, 20082012. ISBN 978-88-42058-656963200-20
*Bernard Mandeville, ''[https://books.google.it/books?id=oc8ctsLcuBIC&pg=PT0 La favola delle api]'', traduzione di Clara Valenziano, BUR, Milano, 2012. ISBN 978-88-58-63200-0
 
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