Jonathan Safran Foer: differenze tra le versioni

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*''Gli altri animali possiedono i nostri stessi cinque sensi. E sempre più capiamo che hanno bisogni emotivi, psicologici e comportamentali che l'evoluzione ha creato in loro proprio come in noi. Gli altri animali, come gli esseri umani, provano piacere e dolore, felicità e tristezza. Il fatto che gli animali siano mossi da molte delle stesse emozioni che toccano noi è ben attestato. Chiamare «[[istinto]]» l'intero complesso delle loro emozioni e dei loro comportamenti è stupido [...]. Trascurare le ovvie implicazioni morali di queste somiglianze è facile al mondo d'oggi: è comodo, vantaggioso e frequente. È anche sbagliato. Ma non basta sapere soltanto che cos'è giusto o sbagliato: l'[[azione]] è l'altra, più importante faccia della medaglia del giudizio morale.'' (p. 228)
*''In realtà tutto il progresso morale e sociale dell'umanità rappresenta un superamento esplicito di ciò che è «naturale».'' (p. 229)
*''Dopo essere fuggito dalla Polonia occupata dai nazisti, il premio Nobel [[Isaac Bashevis Singer]] paragonò i [[specismo|pregiudizi di specie]] alle «teorie razziste più estremistiche». Singer sosteneva che i diritti degli animali fossero la forma più pura di difesa della giustizia sociale perché gli animali sono i più vulnerabili di tutti gli oppressi. A suo parere i maltrattamenti degli animali erano l'epitome del paradigma morale secondo cui «la forza è diritto».''<ref>{{Cfr}} [[Isaac Bashevis Singer]]: «Tutte le volte in cui Herman aveva assistito al massacro di un animale o di un pesce, era sempre stato assalito dalla stessa riflessione: nel loro comportamento con le creature viventi, tutti gli uomini dimostravano di essere nazisti. La presuntuosità con la quale l'uomo faceva con le altre specie quel che gli piaceva era una esemplificazione delle teorie razziste più estremistiche, il principio secondo il quale la forza è diritto».</ref> (pp. 229-230)
*Non reagire è una reazione: siamo altrettanto [[responsabilità|responsabili]] di ciò che non facciamo. Nel caso della macellazione, alzare le braccia al cielo è come stringere le dita intorno al manico del coltello. (p. 242)
*Quasi nessuno dei polli e tacchini in commercio è in grado di riprodursi, e nel manipolare i loro geni sono stati inseriti gravi disturbi congeniti (il pollame che mangiamo è senza prospettiva, perché è progettato per non vivere abbastanza da riprodursi). Poiché l'allevatore medio non può gestire un incubatoio in proprio, il controllo del patrimonio genetico da parte di poche aziende vincola gli allevatori e i loro animali al sistema industriale. (p. 252)