Enzo Paci: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Donluca (discussione | contributi)
Giacomanni (discussione | contributi)
Citazione
Riga 1:
'''Enzo Paci''' (1911 – 1976), filosofo italiano.
 
==Citazioni di Enzo Paci==
*Risuscitando il mito di Faust [[Thomas Mann|Mann]] fa sì che Adriano, per salvarsi dall'aridità e dalla crisi dell'arte contemporanea, crisi che è nello stesso tempo crisi di una civiltà al tramonto, stringa un patto con il diavolo che gli darà la grandezza e la potenza creatrice in cambio della rinunzia all'amore e alla salvezza della sua anima. Per Mann la Germania, sfiduciata, inibita ed impotente, ha tentato di liberarsi dalle sue inibizioni con la morbosa e diabolica intossicazione nazista. Sembra che anche l'arte, nel mondo contemparaneo, non riesca a sopravvivere se non si allea con il morboso e con il diabolico, e se non ride di sè condannandosi nel momento stesso nel quale si crea, risolvendosi nella parodia di se stessa L'arte e in particolare la musica, è oggi, nel massimo disordine, nella massima ambiguità. Come uscirne? Come superare il caos? Come e dove trovare un principio, un ordine, un si stema di regole? Politicamente tale ordine è stato cercato nella negazione della libertà. Il compositore Adriano Leverkühn lo cerca nelle nuove regole della musica dodecafonica dopo essersi anche lui diabolicamente intossicato servendosi della malattia, della sifilide, come di una mostruosa droga, per stimolare la propria fecondità estetica, per poi sprofondare nella notte fonda della pazzia e della morte.<ref>Da ''Profili: Thomas Mann'', ''L'Italia che scrive'', a. XXXIX, n. 1, gennaio 1956, p. 2.</ref>
 
==''Introduzione all'esistenzialismo di Jaspers''==
Line 13 ⟶ 16:
*In [[Martin Heidegger|Heidegger]], ripensati filosoficamente, si ritrovano i termini del «Tristano»: l' ''esistenza banale'', in cui l'uomo disperde se stesso nella chiacchiera e nellasuperficialità del suo rapporto sociale con gli altri, equivalente al mondo della luce che Tristano ed Isotta tradiscono ed obliano; l' ''essere-per-la-morte'', che per Heidegger è la vera storicità, dove l'uomo si trova di fronte al nulla, equivalente a quel mondo che i due amanti raggiungono solo con la morte, nella voluttà di sommergersi nell'infinito. (p. 195)
*E la fedeltà al proprio destino che Jaspers, richiamandosi a Nietzsche, ha riportato in primo piano come problema filosofico, non ci fa pensare a Sigfrido che solo completa nella sconfitta e nella morte il senso del proprio mito, morte dovuta a tradimento, è vero, ma legata all'incapacità dell'eroe fanciullo di diventare, di essere un uomo? E non c'è nella fatale sconfitta, nello scacco o naufragio di [[Karl Jaspers|Jaspers]], qualcosa di disperatamente fedele al pessimismo di Wagner?
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==