Sperimentazione animale: differenze tra le versioni

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*In un altro prigioniero mi sono imbattuto molti anni addietro, in un laboratorio di biochimica. [...] la gabbia era chiusa dai due lati, ed era mantenuta in lenta rotazione da un motorino elettrico: lo scoiattolo era costretto a camminare continuamente dentro la gabbia per evitare di essere trascinato. In quel laboratorio si stavano facendo esperimenti sul problema del sonno; immagino che dalla bestiola si prelevassero periodicamente campioni di sangue, per ricercarvi le tossine prodotte dall'insonnia prolungata.<br />Lo scoiattolo era esausto: zampettava pesantemente su quella strada senza fine, e mi ricordava i rematori delle galere, e quegli altri forzati in Cina che venivano costretti a camminare per giorni e giorni entro gabbie simili a quella per sollevare l'acqua destinata ai canali d'irrigazione. Nel laboratorio non c'era nessuno; io ho chiuso l'interruttore del motorino, la gabbia si è arrestata e lo scoiattolo si è addormentato all'istante. È dunque forse colpa mia se del sonno e dell'insonnia si sa tuttora così poco. ([[Primo Levi]])
*Io ho creato un istituto, l'Istituto Europeo di Oncologia, dove non si usano animali, se voi cercate ovunque, frugate in tutto l'istituto, non trovate un posto dove vi siano animali di laboratorio. ([[Umberto Veronesi]])
*Ironicamente, gli scienziati stanno oggi diventando consapevoli che trascurare lo stato psicologico degli animali di laboratorio invalida i risultati delle ricerche – anche nel caso delle ricerche sul cancro –, dal momento che in tal modo non si tiene conto del ruolo delle variabili da stress sulla fisiologia animale. ([[Bernard Rollin]])
*L'analogia tra specismo e razzismo è valida sia in pratica che in teoria nel campo della sperimentazione. Lo spiccato specismo porta a dolorosi esperimenti su altre specie, con la scusa dei loro contributi alla conoscenza. [...] Lo spiccato razzismo ha portato a dolorosi esperimenti su altre razze, con la scusa dei loro contributi alla conoscenza. ([[Peter Singer]])
*L'idea che la vita umana ed il benessere degli esseri umani abbiano un così alto significato, da giustificare l'uso istituzionalizzato di milioni di animali in procedimenti sperimentali che infliggono grande sofferenza, [...] dovrebbe essere definita in termini di idolatria. Gli animali nei laboratori non soffrono proprio per renderci la vita più facile e più lunga, o per sostenere i nostri desideri di sempre nuovi cosmetici o sempre nuove medicine? E gli animali non vengono dunque sacrificati per una specie che si arroga poteri divini e che considera i propri interessi come facenti indiscutibilmente parte dello scopo della creazione stessa? Demitizzando un poco la questione, potremmo dire che la nostra tendenza idolatra consiste nel credere che la stima di noi stessi sia il principale ed unico criterio con il quale giudichiamo il valore di tutte le altre creature. ([[Andrew Linzey]])