Diritti animali, obblighi umani: differenze tra le versioni
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*Il beccarsi le penne e il cannibalismo sono «vizi» nel linguaggio del produttore di polli. Eppure, non si tratta di vizi naturali, ma del risultato dello stress e dell'affollamento cui il moderno produttore sottopone i propri animali. I polli sono animali dal forte istinto sociale e quando vivono in cortile sviluppano una gerarchia talvolta chiamata «ordine di beccamento». Ogni uccello cede il posto, alla mangiatoia o altrove, a quelli che lo superano di grado, e a sua volta si procura la precedenza su quelli che gli sono inferiori.<br />Possono esserci dei momenti di confronto prima che l'ordine sia fissato definitivamente, ma il più delle volte, piuttosto che un vero e proprio scontro fisico, è sufficiente un'esibizione di forza per mantenere un'altra gallina al proprio posto. (''Gli allevamenti intensivi'', p. 33)
*Altri studi hanno mostrato che un'accolta di galline fino ad un massimo di novanta individui può mantenere un ordinamento sociale stabile, in cui ognuna riconosce il proprio posto, ma diecimila individui calcati in un solo capannone sono certo tutt'altra cosa. Non possono stabilire un ordinamento sociale, per cui ne consegue che spesso si combattono a vicenda. A parte l'impossibilità da parte del singolo uccello a riconoscere così tanti altri individui, già il semplice fatto dell'eccessivo affollamento contribuisce probabilmente all'irritabilità ed eccitabilità delle galline, così come avviene fra gli umani, e fra gli altri animali. (''Gli allevamenti intensivi'', p. 33)
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*Fra tutte le forme di allevamento intensivo oggigiorno praticate, l'industria della carne di [[vitella]] di buona qualità si presenta come la più ripugnante da un punto di vista morale, paragonabile soltanto a barbarie come l'alimentazione forzata delle oche, per mezzo di un imbuto, per produrre i fegati deformati che poi costituiscono il ''[[foie gras|pâté de foi gras]]''. L'essenza di questo tipo di allevamento consiste nel nutrire vitelli segregati ed anemici con cibo ad alto valore proteico, che dovrebbe essere usato per combattere la fame nei paesi più poveri del mondo, con la conseguenza di produrre una carne tenera e scolorita che verrà servita ai buongustai nei ristoranti costosi. (''Gli allevamenti intensivi'', p. 37)
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