Michela Vittoria Brambilla: differenze tra le versioni

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*Il numero di coloro che rifiutano la carne aumenterebbe ancora, e più rapidamente, se la maggior parte dei consumatori fosse meglio informata sulle sofferenze (per gli animali) e sulle insidie (per l'ambiente e per la nostra salute) che la bistecca rappresenta. Basterebbe condurli all'interno di un [[allevamento intensivo]]. E bisognerebbe avere il coraggio di portarci anche i bambini delle scuole, magari nell'ambito di quei corsi sul "rispetto" per gli animali previsti dalla legge 189 del 2004 e mai attuati. (p. 144)
*Quanto poi avviene normalmente all'interno dei [[Mattatoio|macelli]] è di difficile descrizione. Un'amica veterinaria, che il servizio sanitario nazionale aveva spedito, suo malgrado, a prestare assistenza in uno di questi stabilimenti, mi raccontava di cavalli frustati negli occhi per spingerli verso la "gabbia della morte", del terrore nello nello sguardo dei vitelli che si vedono, uno dopo l'altro, puntare la pistola sul cranio e poi cadere a terra. Di maiali, pecore e altri animali obbligati ad assistere all'uccisione e allo scuoiamento dei loro simili. Nei macelli è raro che arrivino le telecamere, del resto, documenterebbero solo l'estrema ferocia della procedura nella sua veste asettica e moderna. (p. 148)
*La più esecrabile tra le stragi che alimentano ogni giorno l'industria della carne è la mattanza di [[Pasqua]], perché costa la vita di moltissimi animali in tenera età: [[agnello|agnelli]] e [[capretto|capretti]]. Strappati alle madri, che trascorrono giorni interi cercandoli e disperandosi, sottratti ai loro giochi spensierati per essere ammassati su furgoni che li portano verso la morte, senza più un filo di voce per i belati di terrore, gemiti simili al pianto di un bambino, che emettono fino all'ultimo istante di vita: tutto questo in nome di un consumismo che si nutre di una tradizione insensata. Nulla può giustificare un simile massacro: un cocktail di crudeltà, business, e ignoranza, con cui le prescrizioni religiose non hanno nulla a che vedere.<br />Mangiare carne di capretto o di agnello a Pasqua non è una tradizione né tantomeno un obbligo, ma un oltraggio al mondo animale. (p. 150)
*Aggiungo che non credo neppure alla caccia di selezione: se i [[cinghiale|cinghiali]] possono produrre danni alle coltivazioni, il controllo della popolazione va effettuato attraverso meccanismi diversi dall'abbattimento per mano dei cacciatori, chiaramente un alibi adottato dalla politica per compiacere una determinata lobby. (p. 172)
*Distruggere una creatura vivente è un doppio delitto: si cancellano allo stesso tempo la vita e la bellezza. (p. 173)