John Keats: differenze tra le versioni

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*''Io piango per Adonais, oh lui è morto! | Piangete per Adonais, benché le nostre | lacrime non sciolgano il gelo che recinge | il loro capo. E tu, triste Ora | scelta tra tutti gli anni per lamentare | la nostra perdita, fa' alzare le tue oscure | compagne e insegna loro la tua stessa | pena, di' loro: con me morì Adonais, | finché il Futuro non oserà dimenticare il Passato | il suo fato e la sua fama saranno | un'eco e una luce verso l'eternità.'' (vv. 1-9) [...] </br> ''Egli ha sorpassata l'ombra della nostra notte; | né invidia né calunnia, né odio né pena, | né l'inquietudine che gli uomini a torto chiamano voluttà, | possono più toccarlo e torturarlo ancora. | Dal contagio lento della macchia del mondo | egli è salvo'' (vv. 352-357) [...] </br> ''Lui è della sostanza della natura. | È udita la sua voce in tutta la sua musica | dal gemere del tuono alla canzone | che canta il dolce alato della notte. | Lui è una presenza che va sentita, conosciuta | nel buio e nella luce, dall'erba e dalla pietra, | che si sparge dovunque agisce il Potere, | che ha tutto in sé il suo essere, | che governa il mondo con un mai esausto | amore, che lo sostiene di sotto e di sopra, | lo incendia.'' (vv. 370-378) ([[Percy Bysshe Shelley]], ''Adonais'')
*Il genio della persona qui lamentata e alla cui memoria ho dedicato questi innumerevoli versi {{NDR|''Adonais''}} era non meno delicato e fragile di quanto fosse bello [...]. La furiosa critica al suo ''Endimione'', apparsa sulla «Quarterly Review», produsse sulla sua mente suscettibile il più violento effetto; l'agitazione così originata si concluse con la rottura di un vaso sanguigno nei polmoni, e ne seguì una rapida consunzione. ([[Percy Bysshe Shelley]])
*Questo tipo di scrittura {{NDR|''Endimione''}} è una specie di masturbazione mentale. Sono sempre in guerra con Shelley, quel serpente, a proposito di Keats: non capisco cosa ci trovi in quell'idolo dei ''cockney'' per farne un dio. Sono sicuro che un giorno anche Shelley tornerà, come me, ad ammirare [[Alexander Pope|Pope]]. Sono convinto che ''Il ricciolo rapito'' valga cinquanta ''Endimioni''. ([[George Gordon Byron|Lord Byron]])
*{{NDR|Byron al suo editore, Murray}} Come Lei saprà, Shelley ha scritto un'elegia su Keats accusando la «Quarterly Review» di averlo ucciso. [...] Lei sa benissimo che io non ho mai approvato la poesia di Keats, i suoi principi di poetica e il suo abuso di Pope, ma, poiché è morto, per favore cancellate ogni riferimento a lui dalle mie pubblicazioni. Il suo ''Iperione'' è un bel monumento e contribuirà a renderlo famoso nel tempo. Non invidio l'autore dell'attacco a Keats sulla «Quarterly». [...] Comunque, uno che muore per l'articolo di una rivista sarebbe morto per qualcosa di altrettanto futile. ([[George Gordon Byron|Lord Byron]], lettera del 31 luglio 1821)
*''John Keats fu assassinato da una critica | quando cominciava a promettere qualcosa di grande, | anche se poco comprensibile; non conosceva il greco | ma riuscì lo stesso di recente a far parlare gli antichi dèi, | come immaginava che loro parlassero. | Poveraccio! Che destino sfortunato il suo! | «È strano come una mente, quella tanto fiera particella, possa essere spenta da un articolo di rivista»'' ([[George Gordon Byron|Lord Byron]], ''Don Juan'', Canto XI, stanza 60)