Śiva Saṃhitā: differenze tra le versioni

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*Quando la [[Kuṇḍalinī|Dea dormiente]] è risvegliata per la grazia del ''guru'', tutti i ''[[cakra]]'' vengono attraversati rapidamente. (IV.12-14)<ref>Citato in [[Mircea Eliade]], ''Lo Yoga. Immortalità e libertà'', a cura di Furio Jesi, traduzione di Giorgio Pagliaro, BUR, 2010, p. 232.</ref>
*''È necessario, secondo la Tradizione, | contraendo il condotto spermatico | aspirare fortemente l'umore rosso | affinché esso risalga nel corpo dell'adepto.'' (IV.81)<ref name=Varenne>Citato in [[Jean Varenne]], ''Il tantrismo'', traduzione di Milvia Faccia, Edizioni mediterranee, 2008.</ref>
*''Poiché lo [[sperma]] è la Luna | e l'umore rosso il Sole; | è l'unione di entrambi | che aspira all'interno di sé | il vero [[yogin]]!'' (IV.84)<ref name=Varenne/>
*''Poiché Io, [[Shiva]], sono lo sperma | e l'umore rosso è la mia [[Shakti]]: | quando i due si fondono, Io mi unisco a Lei! | Chi sa ciò si realizza; | il suo corpo diviene quello di un dio!'' (IV.87)<ref name=Varenne/>
*Tra l'ano e l'organo virile si trova il centro di base, il Mūlādhāra, che è come una matrice, uno ''yoni'' (organo femminile). Là è la 'radice' a forma di bulbo ed è là che si trova l'energia fondamentale ''[[Kuṇḍalinī]]'' avvolta tre volte e mezza su se stessa. Come un serpente, essa circonda il punto di partenza delle tre arterie principali tenendosi in bocca la coda proprio davanti all'apertura dell'arteria centrale (''suṣumnā''). (V.75-76)<ref>Citato in [[Alain Daniélou]], ''Śiva e Dioniso'', traduzione di Augusto Menzio, Ubaldini Editore, 1980, p. 131.</ref>