Walter Laqueur: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Thomas Mann]]}} Sarebbe un tentativo destinato all'insuccesso voler riconoscere nel suo pensiero una costante definita, coerente. Un socialista conservatore in politica, un innovatore tradizionalista in letteratura, un credente nel progresso che traeva ispirazione da [[Arthur Schopenhauer]] e da [[Richard Wagner]]... le contraddizioni della sua personalità d'intellettuale erano le stesse di cui soffriva la cultura del tempo. (cap. IV, p. 157)
*Chi si trovò nell'occhio del ciclone, per quanto fosse tutto, per carattere, tranne che un rivoluzionario, fu [[Arnold Schönberg]]. [[Claude Debussy|Debussy]] aveva scritto, è vero, che ''le siècle des {{sic|aeroplanes}} a droit à sa musique''<ref>Il secolo degli aeroplani ha diritto alla sua musica.</ref>, però Schönberg non aveva la minima intenzione di entrare nella storia della musica come il compositore dell'era dell'aeronautica: «Detesto che mi si definisca rivoluzionario... sin dai miei esordi sono stato sensibilissimo alla forma e ho avversato con tutta l'anima le esagerazioni». (cap. IV, p. 199)
*I pittori, analogamente ai poeti e ai drammaturghi [[espressionismo|espressionisti]], erano più che mai alla ricerca dell'uomo nuovo. Ma l'ispirazione di fondo, nonostante tutti gli appelli al socialismo, alla rivoluzione mondiale e all'«arte politica», era in sostanza molto più mistica, o perfino religiosa, che politica. «I nostri quadri sono i soli e le lune» proclamava il manifesto dell'«Espressionismo assoluto» pubblicato nello «Sturm». «Niente più Io e Tu, soltanto l'eternità e la nostra strada verso le stelle.» (cap. V, p. 212)
*Sulla pietra tombale di [[Paul Klee|Klee]], a Basilea, è incisa una frase tratta dal suo diario: «In questo mondo io sono del tutto incomprensibile. Perché vivo in uguale misura con i morti e con quelli che non sono ancora nati». Scrisse che l'arte trascende l'oggetto, sia quello reale sia quello immaginario. Più d'ogni altro scrittore modernista intuì che i simboli e i messaggi dell'arte non avrebbero trovato un pubblico in grado di recepirne il significato. E in una conferenza tenuta nel 1924 ma pubblicata postuma («Sull'arte moderna»), pronunziò parole dettate da un profondo pessimismo: ''Uns trägt kein Volk'' («Nessuno si riconosce in noi e noi siamo avulsi da tutti»). Il dilemma dell'arte moderna è più manifesto nell'opera sua che in quella di qualsiasi altro pittore. (cap. V, pp. 217-218)
 
==Note==