Paolo Isotta: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Paolo Isotta==
*A settant'anni, [[Alfredo Kraus]] era ancora il più grande tenore vivente.<ref name=kraus>Da [https://web.archive.org/web/20151026040621/http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/10/Alfredo_Kraus_tenore_hidalgo_co_0_9910104225.shtml ''Alfredo Kraus il tenore hidalgo''], ''Corriere della Sera'', 10 ottobre 1999, p. 35.</ref>
*[[Arturo Toscanini]] incise la musica di [[George Gershwin|Gershwin]] non per stima all'autore, per disprezzo agli altri compositori, giusta moto psichico a Lui consueto.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/ottobre/31/GERSHWIN_VALE_SCHUBERT_co_9_051031064.shtml ''Gershwin Vale Schubert''], ''Corriere della Sera'', 31 ottobre 2005, p. 27.</ref>
*[[Piero Buscaroli|Buscaroli]] non è un "musicologo" professionista. È un vero storico, possiede quindi profondità e ampiezza di visione che all'altro manca quasi sempre; e ha una cultura generale, una conoscenza del mondo classico, una preparazione specialistica sull'arte figurativa e l'iconologia che pochi possono vantare. Eppure non lavora costruendo il "grande affresco", metodo che ti rende inevitabile il grande, talora il fatale, errore. Con pazienza rabbiosa rilegge le sterminate fonti.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/16/Uno_scrittore_bastian_contrario_baciato_co_9_040416036.shtml ''Uno scrittore «bastian contrario», ma baciato dal successo''], ''Corriere della Sera'', 16 aprile 2004, p. 37.</ref>
*Che cosa c'è di più bello d'un'Opera che si chiude con un rogo? Il finale della Valchiria {{NDR|Opera di [[Richard Wagner]]}} fa scender qualche lagrima anche al centesimo ascolto.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/05/STORIA_TRAGEDIA_UNA_PULZELLA_co_9_081005057.shtml ''Storia e tragedia di una Pulzella''], ''Corriere della Sera'', 5 ottobre 2008, p. 35.</ref>
*Chi potrà dimenticare gli ultimi anni di [[Herbert von Karajan]], che definirei un'agonia altezzosamente organizzata? Si trascinava sul podio sorreggendosi alle pareti e quando vi giungeva trasmetteva un messaggio di luce. Pochi hanno sottolineato, oltre alla capacità di dominare il dolore fisico, l'infinita pazienza di quest'uomo nel lavoro, come se da un'imperfezione sua potesse dipendere la sorte dell'universo.<ref name=muti>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/17/Muti_Karajan_applausi_vietati_co_9_080817007.shtml ''Muti e Karajan, applausi vietati''], ''Corriere della Sera'', 17 agosto 2008, p. 35.</ref>
*È ormai pacifico essere [[Carlo Gesualdo]], il principe di Venosa, uno dei più grandi polifonisti di tutti i tempi; e contendere a Monteverdi (Marenzio, morto a soli quarantasei anni, mancò per pochi mesi l'ingresso nel nuovo secolo) la palma di più importante musicista a cavallo fra Cinque e Seicento, di massimo esponente dell'aurorale Barocco le radici del quale si sprofondano nel linguaggio, nello stile, nella stessa concezione del suono, del pieno [[Rinascimento]].<ref name=principe>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1994/febbraio/06/principe_della_musica_che_fece_co_0_9402068236.shtml ''Il principe della musica che fece uccidere la moglie''], ''Corriere della Sera'', 6 febbraio 1994, p. 21.</ref>
*[[Fausto Gianfranceschi]] era una specie di fratello maggiore. [...] Aveva un posto importante in un giornale importante. ''Il Tempo'' conservava negli anni Settanta una deliziosa atmosfera anni Cinquanta. [...] Gianfranceschi era il capo della Terza Pagina, allora una grande Terza Pagina coronata dagli elzeviri di Mario Praz. [...] Gianfranceschi ci permetteva di collaborare, non si tirava mai indietro se ci fosse da parlare o da far parlare di qualcosa di nostro. Però forniva con la sua persona un aiuto morale ancor superiore. Bell'uomo, gioviale ed equilibrato, sicuro di sé, con una bella famiglia palesemente felice, rappresentava il contrario di molti reazionari tipici, la maggioranza, ormai a tal punto avvezzi alla condizione di paria che, liberati, l'avrebbero rimpianta. [...] Gianfranceschi rappresentava un lumicino di speranza, che non fosse destino assoluto l'essere reazionari e disgraziati.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/12/Noi_ragazzi_reazionari_Piazza_Colonna_co_0_9611124786.shtml ''Noi, ragazzi reazionari di Piazza Colonna''], ''Corriere della Sera'', 12 novembre 1996, p. 33.</ref>
*Gli artisti che pongono scoperte scientifiche loro, vere o presunte, a base della creazione, hanno sempre un che di fastidioso e dilettantesco.<ref name=janacek>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/marzo/06/Janacek_genio_che_copio_voci_co_9_060306059.shtml ''Janacek, il genio che copiò le voci della natura''] ''Corriere della Sera'', 6 marzo 2006, p. 25.</ref>
*Ha insegnato [[Leonardo Sciascia]] che la [[Sicilia]] non è una. Ne esistono molteplici, forse infinite, che al continentale, forse al Siciliano stesso, si offrono e poi si nascondono in un giuoco di specchi.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/04/Addio_Pippo_Stefano_voce_generosa_co_9_080304021.shtml ''Addio a «Pippo» Di Stefano la voce generosa della lirica''], ''Corriere della Sera'', 4 marzo 2008, p. 51.</ref>
*Il compositore moravo [[Leóš Janáček|Leos Janacek]] fuse nella sua musica il linguaggio tardo-romantico con il canto popolare.<ref name=janacek/>
*Il linguaggio di [[Alban Berg|Berg]] è avidamente, seppur occultamente, cosmopolita, e i rapporti con l' Impressionismo francese, oltre che col Verismo italiano, sono profondi: alla fine ha qualcosa di così tedesco che pensiamo a quanto lo zelo dei tedeschi censori si sia ritorto contro se stesso.<ref name=wozzeck>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/ottobre/28/Passioni_del_Wozzeck_co_9_071028082.shtml ''Le Passioni del Wozzeck''], ''Corriere della Sera'', 28 ottobre 2007, p. 35.</ref>
*Il più vibrante violoncello pareva freddo a paragone del raggio di luce scaturito dal suo fiato.<ref name=kraus/>
*{{NDR|[[Beniamino Gigli]]}} Il timbro è limpido e riconoscibile abbastanza perché il canto costituisca un insegnamento impareggiabile; e al tempo stesso per spandere intorno a sé la gioia, allo stato puro, di cui Gigli seppe essere il detentore.<ref>Da ''Protagonisti della musica'', Longanesi & C., Milano, 1988, p. 140.</ref>
*Il vocabolo latino «requies» col quale principia l'antifona della Missa defunctorum cattolica («Requiem aeternam dona ei Domine») ha finito col mutar di significato allo stesso modo che la coscienza religiosa s'è affievolita e la liturgia è divenuta una parodia dell'Inps. In tempi di fede l'officio dei defunti, che perciò metonimicamente si definiva «il Requiem», citandosene all' accusativo la parola mutata di genere dal femminile al neutro, era ritenuto effettualmente in grado di mondare in parte l'anima del trapassato pel quale l'officio veniva celebrato dal peso dei peccati commessi in vita e di conseguenza di alleggerirne la pena nell'al di là. Se la gran parte della gente di [[Chiesa]] abbia mai posseduto la fede, in qualsiasi epoca della Storia, è interrogativo destinato a rimanere irresoluto stante il costume di essa, sin dalla prima giovinezza, a una simulazione e una dissimulazione assolute.<ref name=muti/>
*L'[[lingua ungherese|ungherese]] è non solo lingua isolata ma addirittura non indoeuropea né slava, sibbene della stessa famiglia del turco: e fortuna che il nazionalismo turco, adombrato da altri e più vasti crimini e problemi, non abbia ancora scoperto la «nativa musicalità» della sua lingua: fortuna, dico, per la musica e per noi suoi disgraziati storici.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/13/BARBABLU_MISTERO_LACRIME_SANGUE_co_9_080313077.shtml ''Barbablù, mistero di lacrime e sangue''], ''Corriere della Sera'', 13 marzo 2008, p. 49.</ref>
*[[Mario Praz|Praz]] era un nome per pochi, seppure di portata planetaria e millenaria. Egli aveva subito l'ostracismo degli antifascisti che lo costrinsero all'esilio a Manchester. [...] Dopo la guerra subì l'ostracismo dei comunisti, molti dei quali erano gli antichi crociani.<ref>Da ''La virtù dell'elefante'', Marsilio Editori, Venezia, 2014, p. 159.</ref>
*Se [[Alban Berg|Berg]] non fosse morto avrebbe trovato un accomodamento col Regime e non sarebbe stato il Wozzeck, derivante dai frammenti ottocenteschi di [[Georg Büchner]], bollato in quanto «arte degenerata.<ref name=wozzeck/>