Erasmo da Rotterdam: differenze tra le versioni

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====Gabriella D'Anna====
Qualsiasi cosa siano soliti dire di me i mortali, e infatti non sono così sciocca da non sapere quanto si parli male della follia anche da parte dei più folli, tuttavia sono io, io sola, ve lo posso garantire, che ho il dono di riuscire a rallegrare gli dèi e gli uomini. Eccone la prova: non appena mi sono presentata a parlare dinanzi a questa numerosa assemblea, tutti i volti si sono improvvisamente illuminati di una certa nuova e insolita letizia; subito le vostre fronti si sono spianate, subito mi avete applaudito con una risata così lieta e amabile che mi sembra di trovarmi dinanzi a un consesso degli dèi di [[Omero]], come loro tutti ubriachi di nettare e nepente, mentre prima ve ne stavate lì seduti tutti imbronciati e tristi, come se foste appena usciti dall'antro di Trofonio.<br>
{{NDR|Erasmo da Rotterdam, ''Elogio della follia'', introduzione di Paolo Miccoli, traduzione di Gabriella D'Anna, TEN, Roma 2002. ISBN 8882897125}}
 
====Luca D'Ascia====
Qualsiasi cosa gli uomini dicano di me comunemente (so bene infatti quanto sia cattiva la reputazione della pazzia anche tra i più pazzi), l'argomento che sto per esporre basta largamente a dimostrare che sono io qui presente, io qui presente, dico, e nessun altro a rallegrare uomini e dèi con la mia potenza divina. Eccola [''sic''] prova: non appena mi sono presentata a parlare in questa riunione affollatissima, tutti i visi sono stati improvvisamente rischiarati da una nuova e non comune allegria, avete spianato immediatamente la fronte, mi avete applaudito con un riso amabile e pieno di benevolenza,<ref>Il proemio dell'''Encomion'' suggerisce un modo caratteristico di condurre il discorso etico: i meriti della follia non vengono dedotti da premesse logiche, bensì confermati dall'osservazione di un comportamento concreto. Di un procedimento analogo si era valso spesso Lorenzo Valla (1407-57) nella sua critica «oratoria» allo Stoicismo, ''Sul vero e falso bene'', sicuramente tenuto presente da Erasmo.</ref> tanto che tutti voi presenti mi sembrate ebbri del nettare degli dèi omerici con accompagnamento di nepente,<ref>Un'erba ricordata da [[Omero]] (''[[Odissea]]'', IV, 220) e [[Plinio il Vecchio|Plinio]] (''Historia Naturalis'', XXI, 91, 159), che mescolata al vino liberava dalle preoccupazioni.</ref> mentre prima ve ne stavate seduti cupi e preoccupati, come se foste appena tornati dall'antro di Trofonio.<ref>Trofonio era una divinità pre-greca di Labadeia in Beozia, dove veniva interrogato in una caverna per ottenere oracoli. La delusione di coloro che avevano interrogato l'oracolo assunse un valore proverbiale: cfr. Adagio 677 (LB II, 292 F-294 B) «È stato emesso un vaticinio nell'antro di Trofonio».</ref><br>
{{NDR|Erasmo da Rotterdam, ''Elogio della follia'', traduzione di Luca D'Ascia, RCS Quotidiani, 2010}}
 
====Eugenio Garin====
Qualunque cosa dicano di me comunemente i mortali – non ignoro, infatti, quanto la Follia sia portata per bocca anche dai più folli – tuttavia, ecco qui la prova decisiva che io, io sola, dico, ho il dono di rallegrare gli dèi e gli uomini. Non appena mi sono presentata per parlare a questa affollatissima assemblea, di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità; d'improvviso le vostre fronti si sono spianate e mi avete applaudito con una risata così lieta e amichevole che tutti voi qui presenti, da qualunque parte mi volga, mi sembrate ebbri del nettare misto a nepente degli dèi d'Omero, mentre prima sedevate cupi e ansiosi come se foste tornati allora dall'antro di Trofonio.<br>
{{NDR|Erasmo da Rotterdam, ''Elogio della follia'', traduzione di Eugenio Garin, Mondadori}}
 
===Citazioni===
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===Citazioni su ''Elogio della follia''===
*L<nowiki>' </nowiki>''Elogio della follia'' conserva un fascino di imperitura attualità. Lo si desume dall'analisi di ''Histoire de la Folie'', dove [[Michel Foucault]] evidenzia il confine sfumato tra ragione e sragione in epoca di alta tecnologia, e altresì dalle invettive di [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] contro lo smunto bibliotecario, lo stitico correttore di bozze, il pallido burocrate stipendiato, emblemi tutti del moderno «uomo alessandrino». ([[Paolo Miccoli]])
 
====[[Stefan Zweig]]====
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===[[Stefan Zweig]]===
*Dopo di lui continua a scrivere la buona novella della bontà intelligente il suo discepolo [[Michel de Montaigne|Montaigne]], per il quale l' ''inhumanité'' è il peggiore dei vizi, «''que je n'ay point le courage de concevoir sans horreur''<ref>Che non ho il coraggio di concepire senza orrore.</ref>». [[Baruch Spinoza|Spinoza]] invoca al posto della cieca passione l'''amor intellectualis'', [[Denis Diderot|Diderot]], [[Voltaire]], [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]], scettici ed idealisti ad un tempo, combattono ogni angustia mentale e propugnano la comprensione e la tolleranza. [[Friedrich Schiller|Schiller]] dà slancio poetico al messaggio dell'internazionalismo, [[Immanuel Kant|Kant]] invoca la pace perenne e sempre, sino a [[Lev Tolstoj|Tolstoi]], a [[Mahatma Gandhi|Gandhi]], a [[Romain Rolland|Rolland]], lo spirito della conciliazione afferma con forza logica il proprio diritto morale accanto a quello della violenza. ([[Stefan Zweig]])
*Il nome di Erasmo al principio del secolo sedicesimo si tramuta da fama letteraria in energia incomparabile; se egli fosse di animo audace, potrebbe valersene come dittatore per una impresa di riforma universale. Ma l'azione non è il suo elemento. Erasmo può chiarire, ma non plasmare, preparare ma non concludere. Non è il suo nome che brillerà in fronte alla Riforma: un altro raccoglierà la messe da lui seminata. ([[Stefan Zweig]])
*La storia non avrebbe potuto creare più grandioso simbolo per questo uomo della moderazione: da Lovanio dovette fuggire perché la città era troppo cattolica, da Basilea perché si faceva troppo protestante. Uno spirito libero ed indipendente, che non si lega ad alcun dogma e non vuol decidersi per alcun partito, non ha patria in terra. ([[Stefan Zweig]])
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Erasmo da Rotterdam, ''Adagia: sei saggi politici in forma di proverbi'', traduzione di Silvana Seidel Menchi, G. Einaudi, Torino, 1980.
*Erasmo da Rotterdam, ''Elogio della follia'', traduzione di Eugenio Garin, Mondadori.
*Erasmo da Rotterdam, ''Elogio della follia'', introduzione di [[Paolo Miccoli]], traduzione di Gabriella D'Anna, TEN, Roma 2002. ISBN 88-8289-712-5
*Erasmo da Rotterdam, ''Elogio della follia'', traduzione di Luca D'Ascia, RCS Quotidiani, 2010.