Giuseppe Tornatore: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giuseppe Tornatore==
*Baarìa è un film fatto con tanta passione, con grande sacrificio perché è costato non solo molti soldi, ma anche tanto dolore, fatica, sacrificio personale. Questo sì. E’È il mio film più personale e sincero, in cui ho investito più che in qualsiasi altro film, mettendo in gioco tutto me stesso.<ref>Citato in ''[http://www.nonsolocinema.com/GIUSEPPE-TORNATORE-BAARIA-E-IL-MIO_18243.html Intervista a Giuseppe Tornatore: Baarìa è il mio film più personale e sincero]'', ''Nonsolocinema.com'', 3 ottobre 2009.</ref>
*Cercate di capire se il vostro sogno è un sogno autentico. Se scoprite che lo è, perseguitelo, non guardate in faccia a nessuno.<ref>Citato in ''[http://livesicilia.it/2009/10/15/baaria-il-film-della-mia-vita-libro-intervista-di-tornatore-e-calabrese_30978/ “Baarìa, il film della mia vita” Libro-intervista di Tornatore]'', ''Live Sicilia'', 15 ottobre 2009.</ref>
*{{NDR|Su ''[[Baarìa]]''}} È un film su un paese siciliano che finisce per essere l'allegoria di tutti i luoghi in cui ognuno di noi è nato e ha vissuto. Tutti gli abitanti della provincia vivono il loro paese come centro del mondo, da sempre è così. I piccoli centri di provincia sono uguali dappertutto, un microcosmo che aiuta a capire e a interpretare quanto accade a distanza, nell'universo. Baarìa insomma vuole parlare a tutti.<ref>Citato in ''[http://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/54/62287/giuseppe-tornatore-la-mia-sicilia-che-parla-al-mondo.aspx Giuseppe Tornatore: la mia Sicilia che parla al mondo]'', ''Cinecittà.com'', 2 settembre 2009.</ref>
 
*{{NDR|Su [[Tullio Kezich]]}} Lo stimavo moltissimo, da sempre. I suoi libri e le sue recensioni mi avevano aiutato ad amare il cinema e a saperne di più, pertanto provavo estremo dolore quando i miei film non lo convincevano. È accaduto diverse volte, sfortunatamente. Tuttavia il nostro rapporto di cordiale amicizia non si è mai incrinato, e la mia considerazione per la sua alta statura intellettuale non è mai venuta meno. Cresceva, semmai, il mio senso di inadeguatezza nei confronti delle sue aspettative. Del resto quale regista non ha tremato nel leggere la recensione di Kezich? Ma nessuno ha mai temuto che la sua analisi, per quanto spietata, potesse contemplare l'uso del disprezzo o dell'irrisione. La ragione, semplice, è che Tullio Kezich nutriva il più assoluto rispetto per il mestiere del cinema, e li conosceva bene i tormenti e i drammi che si consumano all'ombra della macchina da presa, essendo stato molte volte dall'altra parte della barricata, come produttore, sceneggiatore e ispiratore di talenti. Per questo motivo giudicava a fondo, con cognizione di causa, costringendoti alla riflessione, e anatomizzava i film insegnandoti. Una figura di critico cinematografico davvero singolare. (da<ref>Da ''Ciak'', settembre 2009).</ref>
*{{NDR|Su Baarìa}} È un film su un paese siciliano che finisce per essere l'allegoria di tutti i luoghi in cui ognuno di noi è nato e ha vissuto. Tutti gli abitanti della provincia vivono il loro paese come centro del mondo, da sempre è così. I piccoli centri di provincia sono uguali dappertutto, un microcosmo che aiuta a capire e a interpretare quanto accade a distanza, nell'universo. Baarìa insomma vuole parlare a tutti.<ref>Citato in ''[http://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/54/62287/giuseppe-tornatore-la-mia-sicilia-che-parla-al-mondo.aspx Giuseppe Tornatore: la mia Sicilia che parla al mondo]'', ''Cinecittà.com'', 2 settembre 2009.</ref>
*Dopo Nuovo cinema Paradiso mi sono sentito chiedere se avrei fatto storie fuori dalla Sicilia. Ho girato spesso fuori dalla Sicilia, ma è un tema [la Sicilia] e una realtà alla quale tornerò sempre. Malèna è un soggetto di Vincenzoni, non era ambientato al sud. L’hoL'ho rifatto tutto, avevo bisogno di nutrirmi della mia conoscenza e di ciò che ho chiaro nella memoria.<ref>Dall'intervista (dadi Maria Pia Fusco, ''La Repubblica/spettacoli'', intervista di Maria Pia Fusco, 9 giugno 2000).</ref>
 
*{{NDR|Su [[Tullio Kezich]]}} Lo stimavo moltissimo, da sempre. I suoi libri e le sue recensioni mi avevano aiutato ad amare il cinema e a saperne di più, pertanto provavo estremo dolore quando i miei film non lo convincevano. È accaduto diverse volte, sfortunatamente. Tuttavia il nostro rapporto di cordiale amicizia non si è mai incrinato, e la mia considerazione per la sua alta statura intellettuale non è mai venuta meno. Cresceva, semmai, il mio senso di inadeguatezza nei confronti delle sue aspettative. Del resto quale regista non ha tremato nel leggere la recensione di Kezich? Ma nessuno ha mai temuto che la sua analisi, per quanto spietata, potesse contemplare l'uso del disprezzo o dell'irrisione. La ragione, semplice, è che Tullio Kezich nutriva il più assoluto rispetto per il mestiere del cinema, e li conosceva bene i tormenti e i drammi che si consumano all'ombra della macchina da presa, essendo stato molte volte dall'altra parte della barricata, come produttore, sceneggiatore e ispiratore di talenti. Per questo motivo giudicava a fondo, con cognizione di causa, costringendoti alla riflessione, e anatomizzava i film insegnandoti. Una figura di critico cinematografico davvero singolare. (da ''Ciak'', settembre 2009)
 
*Dopo Nuovo cinema Paradiso mi sono sentito chiedere se avrei fatto storie fuori dalla Sicilia. Ho girato spesso fuori dalla Sicilia, ma è un tema [la Sicilia] e una realtà alla quale tornerò sempre. Malèna è un soggetto di Vincenzoni, non era ambientato al sud. L’ho rifatto tutto, avevo bisogno di nutrirmi della mia conoscenza e di ciò che ho chiaro nella memoria (da ''La Repubblica/spettacoli'', intervista di Maria Pia Fusco, 9 giugno 2000)
 
*Fare un film per Dolce & Gabbana non è come realizzare qualsiasi altro spot o campagna pubblicitaria. Stefano e Domenico non ti danno una trama, ti danno una sensazione: mi hanno chiesto di ricreare un'atmosfera di delicata seduzione. La campagna di [[Domenico Dolce|Dolce]] è la storia di un corteggiamento d'amore, un racconto siciliano.<ref>Citato in ''[http://www.ragusanews.com/articolo/40593/dolce-lo-spot-di-damp;g-girato-da-peppuccio-tornatore-a-noto Dolce. Lo spot di D&G girato da Peppuccio Tornatore, a Noto]'', ''Ragusanews.com'', 2 marzo 2014.</ref>
*Io amo pensare alla Sicilia come un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni. Troverai sempre che tutto ha un fondamento. Però certamente il fatto che sia un’isolaun'isola ha influito moltissimo sulla capacità di ragionare, ma anche, forse, sulla capacità di sragionare, se vogliamo sempre citare Pirandello. Quello che a me sempre ha colpito è che, secondo me, l’isolal'isola, l’esserel'essere nati in un’isolaun'isola ha accentuato la vena sognatrice dei siciliani. L’essereL'essere costretti ad immaginarsi che cosa ci sia dall’altradall'altra parte dell’orizzontedell'orizzonte ha accentuato molto questa vena visionaria che mi è molto vicina, in qualche modo.<ref>Dal (documentario di [[Marc Evans (2000),]] ''Giuseppe Tornatore, Un sogno fatto in Sicilia'' (2000).</ref>
 
*Io amo pensare alla Sicilia come un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni. Troverai sempre che tutto ha un fondamento. Però certamente il fatto che sia un’isola ha influito moltissimo sulla capacità di ragionare, ma anche, forse, sulla capacità di sragionare, se vogliamo sempre citare Pirandello. Quello che a me sempre ha colpito è che, secondo me, l’isola, l’essere nati in un’isola ha accentuato la vena sognatrice dei siciliani. L’essere costretti ad immaginarsi che cosa ci sia dall’altra parte dell’orizzonte ha accentuato molto questa vena visionaria che mi è molto vicina, in qualche modo. (documentario di Marc Evans (2000), ''Giuseppe Tornatore, Un sogno fatto in Sicilia'')
 
*Premesso che di Baarìa mi restano la dolcezza e l'orgoglio di averlo fatto e la grande soddisfazione per come in fondo è andata, la ferita riguarda la speculazione che si è fatta sopra quel film. Tutti quei veleni, quelle cose dette in malafede...Tutto è nato quando Berlusconi, la sera prima che fosse proiettato alla Mostra di Venezia, ha detto che Baarìa è un capolavoro. Un errore che nessun produttore avrebbe commesso. Il suo giudizio ha alzato un muro. E dunque, dei soldi dati da Berlusconi al mio film si doveva diffidare, ma erano apprezzabili per tutti gli altri venti progetti da lui finanziati. Un critico, ancora prima di vederlo, disse: può essere Kubrick, io lo faccio a pezzi. Un altro scrisse: il film, ovviamente, non parla di mafia. A parte il fatto che non è vero, cosa si vuole insinuare con ovviamente? Va detto che la maggioranza dei recensori giudicò liberamente, senza farsi condizionare. Ma non riesco a dimenticare certe porcherie.<ref>Citato in ''[http://archiviostorico.corriere.it/2012/luglio/30/Tornatore_quante_invidie_soffro_ancora_co_9_120730067.shtml Tornatore: quante invidie soffro ancora per «Baarìa»]'', ''Corriere.it'', 30 luglio 2012.</ref>
 
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*{{NDR|Cinema e [[Sicilia]]}} È un fermento che c'è sempre stato. Solo che lo diciamo noi siciliani e allora può sembrare un vanto, gli altri se ne accorgono ma non lo dicono nel timore di fare un complimento. È un fermento che ora si manifesta nel cinema, altre volte nel teatro o nella letteratura. Il mio ''Schermo a tre punte'', il documentario sul cinema girato in Sicilia, ormai è vecchio perché sono stati fatti tanti altri film: se avessimo avuto la filosofia di dare mezzi opportuni e incentivi, oggi questo fermento sarebbe più forte. Questa è stata la terra più amata dal cinema, e lo siamo tuttora: negli anni Sessanta c'era una troupe ogni due mesi ma era un cinema che arrivava da fuori, girava e andava via, noi davamo solo le comparse. Nessuno ha pensato di costruire una realtà, una scuola di cinema, qualcosa che riducesse i costi delle produzioni, che cogliesse l'opportunità di lavoro.
*[[Leonardo Sciascia|Sciascia]] disse che il film deve essere un tradimento rispetto al libro, altrimenti il regista diventerebbe "un volgarissimo illustratore". Disse di più, contro i suoi interessi, come specificò, che "da un brutto libro si può fare un buon film". Mi fece capire che i rapporti tra cinema e letteratura devono essere provocatori al punto da accettare che Elio Petri in ''Todo modo'', più interessato alle pagine sugli esercizi spirituali dei democristiani che alla totalità del romanzo, fu più fedele a Pasolini che all'autore del libro. Fu una grande lezione, quella di Sciascia.
 
==Note==
<references />
 
==Film==