Vitaliano Brancati: differenze tra le versioni

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*Dire che un [[delitto]] è opera di una [[società]], il risultato matematico di taluni «fattori ambientali», è una di quelle offese che il nostro tempo rivolge continuamente alla libertà individuale e alla [[libertà]] in genere. (da ''Il diavolo mediocre di Pia Bellentani'', ''L'Europeo'', n. 12, 1952, pag. 22; anche in ''Il borghese e l'immensità: Scritti 1930-1954'', Bompiani, 1973)
*È vero che ciascuna persona ha sotto il braccio il libro che si merita. (da ''Lettere al direttore'', Bompiani)
*{{NDR|[[Jean Paul Sartre]]}} Ha scritto migliaia di pagine sul niente, sull'essere, sull'angoscia, sulle camere di albergo, su Giove, su Elettra, sulle mosche. Niente si salva da questo grafomane: né il teatro né la filosofia né la letteratura né l'intimità dei veri poeti.<ref>Citato in: [[Roberto Gervaso]], ''Ve li racconto io'', Milano, Mondadori, 2006, p. 88. ISBN 88-04-54931-9</ref>
*La ricchezza guasta l'intelligenza, come un pasto troppo forte vela di sonno anche l'occhio più vivace. (da ''I piaceri'', Bompiani)
*Siamo cinici nei riguardi di un credente fascista o di un credente comunista il quale, sotto le apparenze di fervore religioso, nasconde il più tetro dei cinismi. (da ''Diario romano'', 1947<ref name=corriere10/>)
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*Brancati è lo scrittore italiano che meglio ha rappresentato le due commedie italiane, del fascismo e dell'erotismo in rapporto tra loro e come a specchio di un paese in cui il rispetto della vita privata e delle idee di ciascuno e di tutti, il senso della libertà individuale, sono assolutamente ignoti. Il fascismo e l'erotismo però sono anche, nel nostro paese, tragedia: ma Brancati ne registrava le manifestazioni comiche e coinvolgeva nel comico anche le situazioni tragiche. ([[Leonardo Sciascia]])
*Ho sempre amato questo scrittore e gli debbo molto. Certe sue pagine posso dire di averle addirittura vissute. ([[Leonardo Sciascia]])
*Passava i giorni con Interlandi (Telesio Interlandi, direttore di 'Tevere', fascista e filogermanico). Fu redattore di 'Quadrivio' e scrisse una commedia intitolata ''Piave'', nella quale appariva il duce in cielo. [[Benito Mussolini|Mussolini]] ricevette Brancati e si congratulò con lui. Tutto questo non ha valore, perché Brancati, 'il Mondo' e tutta la compagnia liberale è destinata a finire a calci nel sedere e a leccare le scarpe al prossimo dittatore. Non c'è scampo. ([[Leo Longanesi]], da una lettera ad [[Giovanni Ansaldo|Ansaldo]])
 
==Note==
<references/>