Piero Martinetti: differenze tra le versioni

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*La [[volontà]] non può dunque venir concepita se non come un aspetto di quella corrente viva che è la [[coscienza]]: questo è un punto sul quale la psicologia recente è abbastanza concorde. (p. 42)
*Noi possiamo dunque, se non mutare improvvisamente il corso delle nostre volontà e delle nostre tendenze, ciò che sarebbe un miracolo, introdurre in noi il germe di nuove energie e nuovi orientamenti e, facendo convergere su questi nuovi elementi la nuova attenzione, difenderli, fortificarli, farne il principio di una nuova volontà e di un nuovo indirizzo della vita. Questo potere è il potere dell'[[intelligenza]] o meglio della ''[[ragione]]'' [...]. (p. 84)
*Terza dote deve essere la [[praticità]]: senza escludere il progresso ed il perfezionamento, esso deve contenere un programma attuabile, senza sforzi eccessivi: del resto a che servirebbe il proporsi delle norme di un'altissima perfezione se esse debbono restare allo stato di pii desideri?<br /><center>'''La seconda legge'''</center><br />Possiamo quindi formulare questo precetto:<br />''Procura, per mezzo di una seria riflessione sulla vita e sui suoi compiti, di tracciare a te medesimo una legge ideale della condotta che si estenda a tutta la tua vita. Esprimila in un piccolo numero di massime, chiare, semplici, pratiche''. (p. 91)
*Il primo atto di chi è deciso a rinnovare la propria volontà e la propria vita non sarà quindi un semplice proposito pratico che rimarrebbe allo stato di sterile velleità, ma un rinnovamento di tutto il proprio pensiero per mezzo della riflessione. Egli dovrà chiamare a raccolta le sue esperienze, le sue convinzioni, le sue aspirazioni e stendere col loro aiuto una specie di confessione intima che sia una professione di fede e ad un tempo un codice della condotta. (p. 93)
*Ma perché questo orientamento iniziale non si perda nell'infinito numero delle vane velleità, è necessario che esso venga mantenuto nella coscienza, esercitato, messo in rapporto con tutte le nostre attività: questa è l'opera della ''[[meditazione]]''. (p. 93)