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'''Pierre Rabhi''' (1938 - vivente), saggista e ambientalista francese di origini algerine.
 
==''Manifesto per la terra e per l'uomo''==
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Al di là delle categorie, dei nazionalismi, delle ideologie, delle divisioni politiche e di tutto ciò che frammenta la nostra realtà comune, è all'insurrezione e all'unione delle coscienze che faccio oggi appello, perché l'umanità possa mettere in comune ciò che ha di meglio, evitando così il peggio.<br />
Questa coalizione mi sembra più che mai indispensabile, tenuto conto della portata delle minacce che pesano sul nostro destino, essenzialmente dovute alle gravi violazioni che abbiamo compiuto.<br />
Per «[[coscienza morale|coscienza]]» intendo quel luogo intimo in cui ogni essere umano può in tutta libertà valutare la propria responsabilità nei confronti della vita e determinare gli impegni attivi che un'etica autentica di vita gli ispira per se stesso, per i suoi simili, per la natura e per le generazioni future. <!--(p. 11)-->
 
===Citazioni===
*Il [[Terra (pianeta)|pianeta]] non ci appartiene, siamo noi ad appartenergli. Noi siamo di passaggio, lui rimane. (p. 17)
*Secondo la Fao, il 30 per cento delle terre coltivabili del pianeta è oggi devoluto all'alimentazione animale, e in gran parte del bestiame europeo e americano, privando così delle terre disponibili molte popolazioni che hanno fame. D'altro canto, quali che siano le scelte alimentari di ognuno (vegetariani o no), le condizioni imposte agli [[animale|animali]], considerati alla stregua di macchine produttrici di [[proteine]], sono intollerabili. Sono indegne di una società che si definisce evoluta. (pp. 23-24)
*Ora, per ottenere una singola proteina animale sotto forma di carne, latte, burro, uova o formaggio è necessaria la trasformazione di dieci-dodici proteine vegetali. Per ottenere un chilo di [[carne]] bisogna dare a un manzo dieci chili di cereali. Questo rapporto dispendioso si accompagna a una fredda razionalità: come produrre la maggior quantità possibile di proteine animali nel minor tempo e nel minor spazio? La risposta si trova nel sistema «fuori terra». L'animale non è più percepito come una creatura vivente e sensibile, ma come una massa o una fabbrica di proteine, spinta al rendimento produttivo tramite un'alimentazione concentrata. (p. 34)
*Le fabbriche concentrazionarie produttrici di proteine animali si moltiplicano, sollecitando nello stesso tempo l'importazione di proteine vegetali del Terzo Mondo, meno costose. Le eccedenze di proteine animali raggiungono proporzioni tali che bisogna gettarle via o stoccarle. Poi bisogna correggere artificialmente il calo delle rendite degli allevatori – conseguente alla pletora – facendo appello alle risorse di tutti i cittadini. Bisogna infatti evitare qualunque danno al produttore, che deve continuare a produrre, trasfuso dalla collettività tramite la flebo delle sovvenzioni. L'intensificazione, quindi, continua inesorabile. (p. 35)
*I Paesi del [[Terzo mondo|Terzo Mondo]] si percepiscono ormai come poveri, quando i loro territori celano immense ricchezze di cui si organizza il trasferimento verso Paesi già prosperi, per accrescerne ulteriormente la prosperità. (p. 63)
 
==Bibliografia==