Paul Tillich: differenze tra le versioni

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*"[[Dio]]" è la risposta alla domanda implicita nella finitezza dell'[[uomo]]; egli è il nome di ciò che interessa ultimamente l'uomo. (da ''Teologia sistematica''<ref>Citato in Gibellini, p. 99.</ref>)
*[[Dio]] lo dobbiamo chiamare la potenza infinita dell'essere che resiste alla minaccia del non-essere. In teologia classica è l'essere-stesso. Se l'[[angoscia]] viene definita la coscienza di essere finiti, Dio lo dobbiamo chiamare il fondamento infinito del [[coraggio]]. In teologia classica è la provvidenza universale. (da ''Teologia sistematica''<ref>Citato in Gibellini, p. 97.</ref>)
*La dimensione religiosa dell'imperativo morale è il suo carattere incondizionato.<ref name="Linzey" />
*La [[religione]] è il fatto di essere presi da un interesse ultimo.<ref>Citato in Gibellini, p. 90.</ref>
*La [[religione]] è la sostanza della [[cultura]], la cultura è la forma della religione. (da ''Teologia della cultura''<ref>Citato in Gibellini, p. 92.</ref>)
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*Neppure il [[comunismo]] potrebbe vivere se fosse totalmente sprovvisto degli elementi della Comunità Spirituale.<ref>Citato in Gibellini, p. 104.</ref>
*Soltanto se la [[tradizione]] viene trasformata frequentemente può essere salvata come realtà vivente. Una conseguenza fatale del tradizionalismo è l'elusione di questioni assai serie. Sembra che le conferenze ministeriali tendano ad evitare i problemi teologici basilari. In un tempo in cui vengono attaccati tutti gli elementi fondamentali del cristianesimo, tale atteggiamento acuisce fortemente l'irrilevanza. [...] La parola "[[controversia|controverso]]" è divenuta oggi, nell'insieme, una parola negativa. Dovrebbe essere invece una parola quanto mai positiva. Nelle controversie, infatti, nel "sì e no", è possibile conoscere la verità e in nessun altro modo. Se si escludono – vuoi da parte della chiesa, vuoi da parte della società – le affermazioni controverse, tale chiesa e tale società sono condannate ad una lenta decadenza. (da ''L'irrilevanza e la rilevanza del messaggio cristiano per l'umanità oggi'')
*Un atto [[morale]] non è un atto di obbedienza ad una legge esterna, umana o divina, [invece è] l'innata legge del nostro vero essere e della nostra natura essenziale e creata, che ci chiede di realizzare ciò che proviene da essa.<ref name="Linzey">Da ''Morality and Beyond''; citato in [[Andrew Linzey]], ''Teologia animale'', traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 6. ISBN 978-88-87947-01-4</ref>
 
==Note==
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==Altri progetti==
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[[Categoria:Teologi tedeschi|Tillich, Paul]]