Piero Bevilacqua: differenze tra le versioni

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*L'agricoltura chimica e gli allevamenti intensivi nelle condizioni che abbiamo esaminato producono merci ampiamente oltre le possibilità del loro consumo. Ma il paradosso non appare in tutta la sua solare assurdità se si dimentica che smaltire le produzioni in eccesso è una operazione che costa. Un autore tedesco ha ricordato che nel 1985 la Cee spendeva circa 40 miliardi di marchi «per le sovvenzioni, il deposito, e la distruzione sia delle montagne di carne e burro prodotte, sia per i giganteschi laghi di latte»<ref>Da M. Schneider, ''Nove motivi per adottare l'allevamento agricolo ecologico e consono alle esigenze della specie'', in M. Rist e I. Schragel, ''Allevamento etologico dei bovini'', Edagricole, Bologna, 1996, p. 95.</ref>. Così il contribuente è chiamato a sostenere dapprima una agricoltura insalubre ed eccedentaria, e poi i costi suppletivi per la distruzione dei suoi prodotti. (p. 125)
*Che cos'è l'[[agricoltura biologica]] e biodinamica dei nostri anni, peraltro in straordinaria espansione, soprattutto in Italia, se non un'altra strada, un'alternativa produttiva in cammino con notevoli possibilità di competizione e di affermazione? Dalla sua parte non sta soltanto l'indiscutibile e universalmente riconosciuta superiorità dei suoi prodotti. Superiorità in termini di caratteristiche organolettiche dei frutti e delle verdure, di salubrità, di potere vitaminico, di ricchezza minerale e forza biologica, come gli esperimenti condotti nelle aziende biodinamiche hanno mostrato già a partire dagli anni venti del Novecento. Ma dalla sua parte stanno risultati economici positivi già sperimentalmente acclarati. (p. 129)
*In realtà i prodotti biologici risultano spesso oggi più costosi degli equivalenti industriali, per la limitatezza dell'offerta, dovuta alle dimensioni ancora ristrette delle produzioni organiche. Spesso per alcune colture, liberati dall'obbligo di intensive concimazioni, dalla necessità di continue lavorazioni del terreno, da ripetuti interventi antiparassitari, gli agricoltori biologici hanno minori costi aziendali e potrebbero vendere a prezzi ancora più contenuti rispetto ai loro concorrenti. Come in certi ambiti locali, del resto, avviene. (p. 130)
*L'agricoltura biologica non è un ritorno al passato, la semplice nostalgia dell'«agricoltura della nonna». Come abbiamo visto essa è figlia di un diverso percorso della scienza contemporanea. Ad essa oggi deve essere fornita la possibilità di proseguire nella sua ricerca fondamentale: combinare l'attività produttiva con il rispetto degli equilibri naturali, chiamando la natura a fare la sua parte, a cooperare con costi sempre più ridotti nella creazione di beni e prodotti. Un vecchio e nuovo sapere, dunque, che guardi al mondo fisico, certo, con finalità utilitarie, ma che ne riconosca la complessità e la indivisibilità, in grado di valutarlo quale patrimonio collettivo dell'umanità, da conservare, valorizzare e tramandare alle prossime generazioni. (pp. 132-133)
*Il pensiero [[Ambientalismo|ambientalista]] non è un fenomeno religioso, ma il risultato della ricerca scientifica non asservita alle potenze dominanti. (p. 136)