Nikolaj Vasil'evič Gogol': differenze tra le versioni

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*L'imperatrice rilevò che non è sotto i regimi monarchici che si soffocano gli alti e nobili moti dell'animo, si disprezzano e perseguitano le creazioni dello spirito, della poesia e delle arti; che al contrario solo i monarchi le dilessero; che gli Shakespeare, i Molière, fiorirono sotto il loro generoso usbergo, laddove Dante non poté trovare angolo di terra che lo reggesse nella sua patria repubblicana; che i veri geni sorgono nelle epoche di splendore e di potenza dei sovrani e degli imperi, e non nelle epoche di disordinati movimenti politici e di agitazione repubblicana, le quali finora non hanno dato al mondo un solo poeta; […]. (''Il ritratto'', II; 2000, pp. 96 sg.)
*Nell'insignificante l'[[artista]] creatore è grande come nel grande; nello spregevole non vi è per lui nulla di spregevole, poiché insensibilmente ne traspare la sua nobile anima, e già lo spregevole ha preso un alto senso, poiché è passato attraverso il purgatorio di quell'anima. (''Il ritratto'', II; 2000, p. 109)
*La bellezza fa autentici miracoli. Ogni difetto morale di una bella [[maschio e femmina|donna]], lungi dal generare repulsione, diventa invece al massimo grado attraente; il vizio stesso spira leggiadria; ma scompaia la bellezza, e una donna dovrà essere venti volte più intelligente di un [[maschio e femmina|uomo]] per attirarsi, non dico amore, ma almeno stima. (''La Prospettiva''; 2000, p. 147)
*E si copriva la faccia colle mani, il povero giovane, e molte volte, in seguito, durante la sua vita, tremò vedendo quanta inumanità sia nelle creature umane, quanta feroce volgarità si nasconda nella mondanità raffinata e illuminata, e, Dio mio! persino negli uomini che il mondo tiene per nobili e onesti. (''Il mantello''; 2000, p. 184)
*Fenomeno inconcepibile: ciò che quotidianamente ci circonda, che è inscindibile da noi stessi, che è ordinario, questo non può esser rivelato che da un ingegno profondo, grande, straordinario. Ma ciò che si dà di rado, che costituisce eccezione, che ci colpisce per la sua difformità, per la sua discordanza in seno all'armonia, a questo s'attacca a due mani la mediocrità. Ed ecco, la vita di un ingegno profondo scorre nella pienezza del suo flusso, in tutta la sua armonia, pura come uno specchio, o riflettendo con immutabile nitore le nubi cupe e le luminose: quella della mediocrità trascorre in onda torbida e lutulenta, senza riflettere né la luce né l'ombra. (Appendice: ''Pietroburgo 1836'', II; 2000, p. 227)