Slogan fascisti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 53:
*Continuiamo a marciare nella pace, per i compiti che ci aspettano domani e che fronteggeremo con il nostro coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà.<ref>Citato [http://www.ventenniooggi.it/index.php?view=category&catid=166&option=com_joomgallery&Itemid=31 su d'una abitazione di Casalsigone, Cremona]. Tratto dal discorso di Mussolini pronunciato a Roma il 5 maggio 1936.</ref>
 
*Credere, obbedire, combattere.<ref>Citato in [[:File:Iscrizione fascista 3 - Boccioleto (Foto Luca Giarelli).jpg|Slogan fascista a Boccioleto]] e, [[:File:Iscrizione fascista 1 - Balmuccia (Foto Luca Giarelli).jpg|Slogan fascista a Balmuccia]] e [[http://anpi-lissone.over-blog.com/article-21426442.html Slogan fascista alla Casa del fascio di Lissone]].</ref>
 
*Datevi all'ippica.
Riga 132:
*Il popolo italiano ascolta le parole, ma giudica dai fatti.<ref>Citato [http://www.ventenniooggi.it/index.php?view=category&catid=288&page=3&catpage=2&option=com_joomgallery&Itemid=31#category sulla Cascina Scovola a Leno, Brescia]. Tratto dal discorso pronunciato da Benito Mussolini a Roma il 7 dicembre 1935.</ref>
 
*Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue armi.<ref>Citato [http://www.ventenniooggi.it/index.php?view=category&catid=166&page=4&catpage=3&option=com_joomgallery&Itemid=31#category su d'una abirazione di Volongo, Cremona] e [[http://anpi-lissone.over-blog.com/article-21426442.html sulla Casa del fascio di Lissone]]. Tratto dal discorso di Benito Mussolini da Palazzo Venezia, Roma, il 9 maggio 1936 in occasione della proclamazione dell'Impero in Africa Orientale.</ref>
 
*Il ricordo delle antiche prove freme nei nostri cuori così come l'impeto verso il futuro.<ref>Citato [http://www.ventenniooggi.it/index.php?view=category&catid=367&page=3&catpage=2&option=com_joomgallery&Itemid=31#category su d'una abitazione di Vespolate, Novara]. Tratto dal "Messaggio del Decennale" pronunciato a Bologna il 27 ottobre 1932.</ref>