Benito Jacovitti: differenze tra le versioni

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*In quegli anni in Italia siamo capitati in piena Svezia senza avere una adeguata educazione sessuale. Oscenità sulle televisioni private, nelle edicole... albetti pornografici su Biancaneve, Cappuccetto Rosso... e io prendevo in giro il sesso facendo per esempio gli uomini col pene a forma di rubinetto, le donne con tre seni...
*Da sinistra ci sono state delle persone che hanno scritto a Linus dandomi del fascista, quelli di estrema destra mi hanno telefonato minacciandomi di morte. A loro ho detto che mi chiamo Benito: "Eia eia alala...".
*A me dà fastidio la folla, non ho mai visto una partita di calcio per non stare in mezzo alla folla, non vado mai in [[tram]] perché la gente ti sta addosso. Sono solitario. Gli umoristi sono o tristi, o solitari, o matti. Io sono tutte e tre le cose, un clown [...] Il mio umorismo è basato sull'assurdo, anche se ho dei riferimenti ad un'epoca precisa, gli anni Trenta: i vestiti, i costumi, le automobili di Ridolini, gli aerei tozzi. E poi sembrava che tutto funzionasse meglio, la posta arrivava il giorno dopo... Ma forse perché ero ragazzo e quando si è ragazzi si è più felici.
*Non so raccontare e un vignettista non può ripetersi, io devo fare ogni giorno una battuta nuova. I comici dicono la barzelletta per sei mesi, io non mi ricordo...
*Una battuta ha bisogno del disegno, a volte può essere anche muta.