Hans Urs von Balthasar: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Nell'opera teologica complessiva di Adrienne esistono parti singole che, avulse dal contesto, potrebbero risultare talvolta strane. I suoi lettori sono vivamente pregati di non perdere di vista, in certe affermazioni particolari, l'insieme della sua teologia; l'intima coerenza di tutte le parti diventerà evidente quanto più si verrà a conoscere quest'insieme. (p. 14)
*Ella vorrà molto bene ad [[Emil Dürr]] per la sua distinzione e il suo amore, e sarà assai sconvolta per la sua morte precoce, ma il nucleo del suo matrimonio ella lo vede così: «...che si è creati per ciò che ''Dio'' vuole e non per ciò che ''io'' voglio. [...]» (G<ref>"G" sta per ''Geheimnis der Jugend'', la seconda autobiografia di Adrienne, qui citata da Balthasar con i numeri di pagina dell'edizione originale (vol. VII delle opere postume, 1966).</ref> 241). Il secondo matrimonio con [[Werner Kaegi]] si presentò, nonostante l'«intensissima riflessione» (G 296), nuovamente in una specie di sorpresa (G 298), nuovamente la parte principale fu quella della compassione: «Avevo in modo del tutto impersonale l'impressione che lui avesse bisogno di una donna. E vorrebbe il bene, ma è così insicuro nella vita. All'idea che ha bisogno di ''me'' come donna non sono mai arrivata» (G 297). E un po' dopo: «Egli aveva bisogno di una donna; e se già mi ama, perché non dovrebbe avere me? E poi ci sono i figli (dal primo matrimonio di Emil)...» (G 299). L'unione a dispetto di un vero affetto non sarà molto facile. Il matrimonio non viene consumato, così che più tardi A. potrà fare il voto di verginità. Ma senza l'amichevole ospitalità di Werner Kaegi non sarebbero mai stati possibili il mio lavoro con A. e poi la mia dimora in Münsterplatz. (pp. 24-25)
*Era chiaro per me che una dottrina univoca dell'apocatastasi era inconciliabile con la teologia cristiana, ma mi sembrava pure che la certezza [[Agostino d'Ippona|agostiniana]] di un inferno (densamente?) popolato non era biblica. Ma come trovare una via di mezzo o meglio una terza soluzione al di là delle alternative in conflitto? Allora non lo sapevo; soltanto le esperienze del Venerdì Santo di Adrienne dovevano aprirmi una strada del tutto sorprendente a pensare in modo nuovo tutta la questione. (p. 30)
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*Il Corpo mistico di Cristo non si fonda su principi astratti, ma su persone concrete, che hanno missioni, o su missioni che sono personali. (p. 47)
*Molti fenomeni mistici nell'esistenza di Adrienne – stimmate, trasferimenti, irradiazioni luminose, lievitazioni, parlare in lingua ed altri simili – si verificavano certo, ma erano del tutto {{sic|irrilevati}}, puramente come fenomeni concomitanti di ciò che era essenziale: di ciò che veniva invisibilmente ottenuto con la preghiera e con la severa penitenza, e che attraverso i dettati doveva essere trasmesso visibilmente alla Chiesa. Il criterio di autenticità della sua mistica si trova in senso del tutto primario, se non del tutto esclusivamente, nella ''qualità'' di ciò che lei ha realizzato e che aveva ed ha da dire. (pp. 49-50)
*[[Elisabetta della Trinità|Elisabetta]] raggiunge, con l'aiuto di due grandi figure, Marie de Jésus e P. Vallée O.P., una obiettività teologica, che si ritrova a stento nella [[Teresa di Lisieux|santa di Lisieux]] piegata verso l'autoriflessione. Mirabile è anche la sua scoperta del senso biblico di «predestinazione», in cui rivive qualcosa di [[Origene di Alessandria|origeniano]] (e vi viene quindi accolto anche qualcosa che sarà di Adrienne) e forma un pezzo laterale in rapporto con la scoperta teresiana di una speranza totale. Perciò le due figure che si integrano polarmente sono state riunite e pubblicate insieme in ''Schwestern im Geist'' (1970, ''[[#Sorelle nello spirito|Sorelle nello spirito]]''). (p. 65)
*I suoi estremi stati di dolore {{NDR|di Adrienne}} (totale oscuramento, superaffaticamento, così che era nell'idea di buttar via tutto, esperienza di essere dannata per sempre ecc.) erano conseguenze di una gioiosa autofferta al dolore. Sul fondamento di ogni dolore del mondo, anche di quello più disperato, non dovrebbe trovarsi qualcosa come una gioia (non più sentita)? (p. 71)
*Una nota ancora sulla [[Johannes Verlag|Johannesverlag]], che venne fondata nel 1947 anzitutto per la pubblicazione delle opere di A. von Speyr [...]. Dal 1950 cercammo di ampliare il programma raccogliendo [...] scritti che si potevano aggiungere armonicamente al nostro pensiero teologico-spirituale. [...] Da questa linea-guida l'editrice che è costantemente da ampliare non è finora receduta: essa cerca, sia con la presentazione di quanto è valido e assimilabile nell'immensa tradizione cristiana per il lettore odierno (perciò mediante abbreviazioni o traduzioni di brani scelti), come pure mediante la stampa di contemporanei a noi affini, di svegliare e approfondire il sensorio per l'universalità e la cattolicità della realtà cristiana. Naturalmente vi confluiscono diverse voci, non tutto ha fatto in egual modo buona prova, certe cose esaurite non si poteva o non si doveva pubblicarle di nuovo, ma l'orchestra variopinta poté sempre produrre una sinfonia unitaria. Da molti l'intenzione dell'editrice è stata chiaramente riconosciuta e adeguatamente anche apprezzata. (p. 74)
*[[Giovanni apostolo ed evangelista|Giovanni]], il quale attraverso una lunga e profonda meditazione riconosce nel suo Vangelo Gesù come il Logos di Dio, nelle sue lettere addita, via del tutto da se stesso, Cristo e alla fine nella visione dell'Apocalisse, che unisce l'Antico e il Nuovo Testamento, a partire dal divino Agnello immolato, svolge l'intero dramma della salvezza [...]. (p. 80)