Hans Urs von Balthasar: differenze tra le versioni

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*Che il "sistema" della Gerusalemme celeste corrisponda ad una "matematica" infinita, non comprensibile umanamente è mostrato anche da quelle parti del ''[[Adrienne von Speyr#L'Apocalisse|Commento all'Apocalisse]]'', che si occupa dei numeri. E la grandiosa finale di questo commento con l'interpretazione della città celeste mostra a sua volta che tutti questi numeri sono forme della carità infinita, proprio come tutto ciò che è raffigurabile nella Chiesa terrena, considerato a fondo, è forma cristallizzata della carità divina solo per noi peccatori. (p. 50)
*Adrienne von Speyr ha di nuovo inserito al centro della storia della salvezza la mistica, togliendola da un'esistenza nascosta, in cui viveva sempre di più incompresa, anzi disprezzata, bandita e ignorata dalla teologia ufficiale e dalla predicazione. (p. 52)
*Là dove la parola di Dio è ascoltata non solo con l'intelligenza esegetica e teologica, ma con tutto il cuore, con tutta l'esistenza, dove si resiste all'autoaprirsi del cuore di Dio nel fuoco e nella notte: là ha luogo ciò che – non nel senso vago della filosofia o della storia delle religioni, ma in quello cattolico-ecclesiale – merita di esser chiamato [[Mistica]]. (p. 53)
*Quanto sconnesso ed eccitante fu il dettato dell'inizio e della parte centrale {{NDR|de ''L'Apocalisse''}}, tanto meravigliosamente chiaro fu invece quello conclusivo. (p. 55)
*Cosa possano dire gli esegeti di tutto questo {{NDR|dettato de ''L'Apocalisse''}}, è un problema che qui non mi riguarda; posso garantire una sola cosa: ciò che Adrienne ha visto, descritto scrupolosamente e poi spiegato, senza conoscere il testo scritturistico, non erano certo immaginazioni soggettive. (p. 55)