Bhagavadgītā: differenze tra le versioni

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==Citazioni==
*I veri saggi però non s'affliggono né per i vivi né per i morti. ('''Il Beato''', II: 11)
*Fiore tra gli Uomini, colui che non può essere turbato da queste cose [i [[sensi]]], chi rimane calmo ed equanime nel dolore e nel piacere, lui solo è degno d'ottenere l'[[immortalità]]. ('''Il Beato''', II: 15)
*Come un individuo getta degli abiti logori per indossare nuovi vestiti, così l'[[anima]] incarnata abbandona le dimore corporee rovinate per entrare in altre nuove. ('''Il Beato''', II: 22)
*Rimanendo equanime nella [[felicità]] e nel [[dolore]], nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta, affronta la battaglia della vita. Così non commetterai peccato. ('''Il Beato''', II: 38)
*Ti ho spiegato la saggezza fondamentale del Sankhya. Adesso ascolta la saggezza dello Yoga, possedendo la quale – o Partha, spezzerai le catene del [[karma]]. ('''Il Beato''', II: 39)
*Tu hai diritto soltanto all'[[azione]], e mai ai frutti che derivano dalle azioni. Non considerarti il produttore dei frutti delle tue azioni, e non permettere a te stesso d'essere attaccato all'inattività. ('''Il Beato''', II: 47)
*Pensare agli oggetti dei [[sensi]] causa attaccamento ad essi. Dall'attaccamento nasce il desiderio, e dal [[desiderio]] scaturisce la [[ira|collera]]. ('''Il Beato''', II: 62)
*Compi le azioni che costituiscono il tuo sacro [[dovere]], perché l'azione è migliore dell'inattività. Anche il semplice mantenimento del corpo sarebbe impossibile senza attività. ('''Il Beato''', III: 8)
*Gli uomini di perfetta [[conoscenza]] non devono turbare le menti delle persone che hanno una conoscenza imperfetta. Ingannato dagli attributi della Natura primordiale, l'ignorante si attacca alle attività generate dai guna [proprie azioni]. ('''Il Beato''', III: 29)
*I [[sensi]], dicono, sono superiori (al [[corpo]] fisico); la mente è superiore alle facoltà dei sensi; l'intelligenza è superiore alla mente; ma il Sé ([[Ātman|Atman]]) è superiore all'intelligenza. ('''Il Beato''', III: 42)
*Anche i saggi sono confusi riguardo l'azione e l'inazione. Perciò ti spiegherò che cosa costituisce la vera azione, conoscendo la quale sarai liberato dal male. ('''Il Beato''', IV: 16)
*Tutto il karma (il risultato delle azioni) si dissolve completamente per l'essere liberato che, privo d'attaccamento, con la mente centrata nella saggezza, agisce solo per compiere la vera cerimonia spirituale del fuoco (yajna). ('''Il Beato''', IV: 23)
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*L'Onnipresente non prende in considerazione le virtù o i peccati di alcuno. La saggezza è eclissata dall'illusione cosmica: per questo l'umanità è smarrita. ('''Il Beato''', V: 15)
*Ma in quelli che hanno bandito l'[[ignoranza]] per mezzo della conoscenza, la loro saggezza, come il sole splendente, rende manifesto il Supremo ([[Brahman]]). ('''Il Beato''', V: 16)
*O Figlio di Kunti, poiché i [[piacere|piaceri]] dei [[sensi]] nascono dai contatti esteriori e hanno un inizio e una fine (sono effimeri), generano soltanto dolore. Nessun saggio cerca la felicità in essi. ('''Il Beato''', V: 22)
*Vero rinunciante e vero yogi è chi compie le azioni spirituali (karma) e quelle che costituiscono il suo sacro dovere (karyam) senza desiderarne i frutti – non colui che non compie la cerimonia del fuoco (il sacrificio) né chi abbandona l'azione. ('''Il Beato''', VI: 1)
*Lo yogi beatamente assorto nella verità e nella realizzazione del Sé è indissolubilmente unito (allo Spirito). Imperturbabile, conquistatore dei suoi sensi, egli guarda con occhio equanime una zolla di terra, una pietra e l'oro. ('''Il Beato''', VI: 8)
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*Sappi che gli uomini che praticano terribili austerità non autorizzate dalle sacre scritture sono di natura asurica. Pieni d'ipocrisia ed egoismo – dominati dalla [[lussuria]], dall'attaccamento e dalla follia violenta del potere – torturano in maniera insensata gli elementi del [[corpo]] e inoltre offendono Me, che sono Colui che vi dimora dentro. ('''Il Beato''', XVII: 5-6)
*'Aum Tat Sat' sono state tramandate come le tre parole che designano Brahman (Dio). Da questo potere furono creati all'inizio i brahmana (i conoscitori di Brahman), i Veda e i riti sacrificali (yajna). ('''Il Beato''', XVII: 23)
*La [[felicità]] che nasce dalla chiara discriminazione percettiva della realizzazione del Sé, è chiamata sattvica. In principio sembra veleno, ma alla fine è come nettare.<br />La felicità che nasce dall'unione dei [[sensi]] con la materia è chiamata rajasica. In principio sembra nettare, ma alla fine è come veleno. ('''Il Beato''', XVIII: 37-38)
*È meglio adempiere il proprio dharma anche se senza merito (e in maniera imperfetta), che fare bene il dharma di un altro. Chi compie il [[dovere]] prescritto dalla propria natura innata non commette peccato. ('''Il Beato''', XVIII: 47)
*Non dire mai queste verità a chi è privo d'auto-controllo o di devozione, né a chi non rende alcun servizio o non desidera ascoltare, né a chi parla male di Me.<br />Chiunque impartirà ai Miei devoti la suprema conoscenza segreta, con la massima devozione a Me, verrà senza dubbio a Me. ('''Il Beato''', XVIII: 67-68)