Simone Weil: differenze tra le versioni

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*Chiunque soffre cerca di comunicare la sua [[sofferenza]] – sia maltrattando, sia provocando la pietà – per diminuirla; e, così facendo, la diminuisce veramente. Colui che è più in basso d'ogni altro, che nessuno compiange, che non ha la possibilità di maltrattare nessuno (se non ha figli, se non ha nessuno che l'ami), la sofferenza gli rimane dentro e lo avvelena. (p. 19)
*Tendenza ad espandere la sofferenza fuor di sé. Se, per eccesso di debolezza, non si può né provocar la pietà né far del male ad altri, si fa del male ''alla rappresentazione dell'universo in sé''. (p. 20)
*Uno qualsiasi è come un ramo per chi [[affogareannegamento|annega]]. (p. 21)
*Tragedia di coloro che, essendosi inoltrati per amor del bene in una via dove c'è da soffrire, giungono dopo un certo tempo ai propri confini; e si degradano. (p. 22)
*Una persona amata che delude. Gli ho scritto. Impossibile che non mi risponda quel che ho detto a me stessa in nome suo.<br />Gli uomini ci debbono quel che noi immaginiamo ci daranno. Rimetter loro questo [[debito]].<br />Accettare che essi siano diversi dalle creature della nostra immaginazione, vuol dire imitare la rinuncia di Dio.<br />Anch'io sono altra da quella che m'immagino essere. Saperlo è il perdono. (p. 23)