Arnobio: differenze tra le versioni

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*Volete deporre ogni parzialità e rendervi conto nel silenzio della vostra meditazione che noi siamo [[animale|animali]] del tutto simili agli altri o non separati da eccessiva differenza? Che cosa indica, infatti, che noi siamo diversi e non somigliamo per nulla a loro? O quale superiorità è in noi così evidente da doverci sdegnare di essere annoverati nel numero degli animali? I loro corpi sono strutturati su ossa e tenuti legati da un sistema di muscoli: allo stesso modo i nostri corpi sono strutturati su ossa e tenuti stretti da un sistema di muscoli. (II, 16; p. 159)
*Che se poi è vero, come si dice in taluni misteri particolarmente occulti, che le anime dei malvagi, una volta separate dai corpi umani, trapassano in bestie o in altri animali, più chiaramente si conferma che noi siamo ad essi vicini e non separati da distanze troppo grandi. (II, 16; p. 160)
*Vorrei però sapere qual è questa ragione per cui noi valiamo di più di tutte le categorie di animali. Perché ci siamo fatti domicili per poter sfuggire ai freddi dell'inverno e ai calori dell'estate?<br />E che? Gli altri animali non provvedono a ciò? Non vediamo che alcuni si costruiscono dimore di piccoli nidi nei posti più adatti, altri si difendono e si fortificano su scogli e rupi scoscese, altri scavano il suolo della terra e si preparano ripari e tane sicure nei cunicoli infossati? E se madre natura li avesse voluti dotare anche di mani capaci di assecondarli, non ci sarebbe da dubitare che essi pure costruirebbero alti fastigi di mura e modellerebbero artistiche e originali creazioni. Tuttavia in quello che fanno coi rostri e con le unghie vediamo molti segni di un saggio discernimento, che noi uomini non possiamo imitare con nessun tipo di accorgimenti, sebbene abbiamo mani operose ed esperte per ogni sorta di prodotti perfetti[…]. (II, 17; pp. 160-161)
*E se gli uomini o [[conoscere se stessi|conoscessero a fondo se stessi]] o potessero ricevere il fruscio di una qualche idea dell'intelligenza divina, non rivendicherebbero mai per sé una natura divina e immortale, né penserebbero di essere qualcosa di meraviglioso solo perché si sono costruiti graticole, bacinelle, bicchieri, e così pure tuniche, vesti, toghe, sopravvesti, trabee, coltelli, corazze e spade, o i rastri, le piccole scuri e il vomero.<br />Non crederebbero mai, ripeto, gonfi di superbia e di alterigia, di essere divinità di primo grado e uguali alla sommità del Sovrano, perché hanno inventato la grammatica, la musica, l'oratoria e le formule geometriche. In tali arti non vediamo che cosa ci sia di ammirevole al punto da credere che le anime, a motivo di tali invenzioni, valgono più sia del sole che di tutte le stelle e sono superiori, per dignità e natura, a tutto questo mondo di cui esse sono membra. (II, 19; p. 162)
 
==Bibliografia==