Francesco Guicciardini: differenze tra le versioni

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*44. Ingegnatevi avere degli [[amicizia|amici]], perché sono buoni in tempi, luoghi e casi che tu non penseresti; [...] (serie I)
*56. Non disegnate in su quello che non avete, né spendete in su' guadagni futuri, perché molte volte non succedono. [...] (serie I)
*66. Non si può biasimare lo appetito di avere [[figlio|figliuoli]], perché è naturale, ma dico bene che è spezie di felicitá el non ne avere; perché eziandio chi gli ha buoni e savi, ha sanza dubio molto piú dispiacere da loro che consolazione. [...] (serie I)
*76. Quando ti viene la occasione di cosa tu [[desiderio|desideri]], pigliala sanza perdere tempo; perché le cose del mondo si variano tanto spesso che non si può dire d'avere la cosa insino non l'hai in mano. [...] (serie I)
*79. El medesimo [[Publio Cornelio Tacito|Cornelio Tacito]], a chi bene lo considera, insegna per eccellenzia, come s'ha a governare chi vive sotto e' tiranni. [...] (serie I)
*90. Credono molti che uno [[saggezza|savio]], perché vede tutti e' pericoli, non possa essere animoso; io sono di opinione contraria, che non possa essere savio chi è timido, perché giá manca di giudicio chi stima el pericolo piú che non si debbe. [...] (serie I)
*91. Erra chi dice che le [[letteratura|lettere]] guastano e' cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l'ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto; perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione. (serie I)
*114. Le cose [[passato|passate]] fanno lume alle future, perché el mondo fu sempre di una medesima sorte; e tutto quello che è e sará, è stato in altro tempo, e le cose medesime ritornano, ma sotto diversi nomi e colori; però ognuno non le ricognosce, ma solo chi è savio, e le osserva e considera diligentemente. (serie I)
*139. Non ha maggiore inimico l'[[uomo]] che sé medesimo; perché quasi tutti e' mali, pericoli e travagli superflui che ha, non procedono da altro che dalla sua troppa cupiditá. (serie I)
*156. Le inclinazione e deliberazione de' populi sono tanto fallace, e menate piú spesso dal [[caso]] che dalla ragione, che chi regola el traino del vivere suo non in altro che in sulla speranza d'avere a essere grande col popolo, ha poco giudicio; perché a opporsi è piú ventura che senno. (serie I)
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