Oriana Fallaci: differenze tra le versioni

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*Ho pianto quando hanno assassinato [[Fabrizio Quattrocchi]] morto dicendo "Ora ti faccio vedere come muore un italiano" Ho pianto anche quando le nostre pavide autorità gli hanno negato i funerali di Stato e perfino la camera ardente che in Campidoglio concedono ai defunti attori comici. E quando nemmeno i familiari dei tre ostaggi catturati con lui sono andati a rendergli omaggio nella cappella che le Clarisse di Genova avevan prestato per la veglia funebre. I politici della presunta Sinistra lo stesso, visto che non si trattava d'un uomo di Sinistra, sicché i funerali sono caduti nelle mani dei mammasantissima dell'altra sponda.
*''Parentesi: non le piaceva [[Alberto Sordi]]?'' No. Mi disturbavano i personaggi ai quali prestava il suo volto e il suo corpo. Se ci pensa bene, tutti personaggi che si riassumevano in un solo personaggio sempre uguale a sé stesso. Quello dell'italiano vile, ignorante, furbo anzi furbacchiolo. Nonché godereccio, maligno, egoista, uso a servire i potenti e a maltrattare i disgraziati. Ergo, non mi divertiva. E tantomeno mi commuoveva.
*È colpa mia se dopo undici anni lui s'è risvegliato.<ref>Si riferisce al [[carcinoma del polmone|cancro ai polmoni]], ovvero «l'Alieno».</ref> Colpa mia. Tutta mia. Con l'[[Attentati dell'11 settembre 2001|11 settembre]] smisi di curarmi. Di frequentare gli oncologi, di farmi gli esami. Infatti il direttore del Boston Hospital, allora l'ospedale che mi teneva d'occhio, mi mandò una letteraccia in cui diceva: "Ms Fallaci, you are putting in jeopardy the reputation of my equipe. Lei sta mettendo a rischio la reputazione della mia équipe". Ma non avevo il tempo di andare a Boston. Prima l'articolone, La Rabbia e l'Orgoglio,<ref>''Corriere della sera'', 29 settembre 2001.</ref> e il fracasso che ne seguì. Poi il libro omonimo e il fracasso che si raddoppiò. Poi le traduzioni... Dopo averlo pubblicato in Italia mi misi a tradurlo in inglese e in francese nonché a controllare, parola per parola, la versione spagnola. [...] Poi processi in Francia, le accuse di razzismo religioso, di istigazione all'odio, di xenofobia. Poi le stronzate dei no-global che volevano entrare nel Centro Storico di Firenze e sfregiare i monumenti, sicché venni in Italia per tentare d'impedirglielo. Poi la guerra in Iraq dove stavo per andare e non andai perché non si può salire sui carri armati e correre sotto le mitragliate con un corpo che non ti obbedisce. Per oltre due anni queste cose requisirono ogni istante della mia vita, e m'indussero a dimenticare l'Alieno che dormiva. Dio, che sciocchezza. Che suicidio.
*Nessuno può negare che in Europa e soprattutto in Italia il Male venga presentato con due pesi e due misure. Nessuno può negare che pei nemici dell'Occidente i nostri media avanzino sempre qualche giustificazione. Nessuno può negare che le nequizie islamiche siano sempre accompagnate da qualche silenzio o da qualche ma, qualche però. E la risposta al mio interrogativo è proprio il cancro incurabile del nuovo nazifascismo, del nuovo bolscevismo, del nuovo collaborazionismo. Soprattutto il collaborazionismo di coloro che berciano o scrivono sui muri «Dieci-cento-mille-Nassiriya». Che sui siti Internet chiedono «Dieci Euro per la Resistenza Irachena». Che durante i loro cortei bruciano le automobili e spaccano le vetrine dei McDonald's. Che nei loro comizi definiscono Bush un criminale, un boia, un assassino da consegnare alla Corte dell'Aja. Il collaborazionismo, insomma, d'una Sinistra che le bandiere rosse le ha sostituite con le bandiere arcobaleno. E che le bandiere arcobaleno le sventola solo a favore dell'Islam. Il collaborazionismo, infine, di coloro che in buona fede gli si accodano. Oppure si tappano gli occhi, gli orecchi, la bocca, e tacciono per viltà.
*Anche i partigiani cui consegnavo le munizioni non erano partigiani comunisti. Erano partigiani di Giustizia e Libertà. [...] perdio! Mi arrabbio, sì, mi arrabbio. Perché è da mezzo secolo che i [[comunismo|comunisti]] tentano di procurarsi l'esclusiva della [[Resistenza italiana|Resistenza]], far credere che l'hanno fatta loro e basta. Quando la si celebra nelle piazze si permettono addirittura di cacciare chi non sventola la bandiera rossa.