Pacifismo: differenze tra le versioni

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Aldo Capitini
scorporo Rahner
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*Chi professa l'ecumenismo e il pacifismo a oltranza dimentica che esistono mali più profondi di quelli fisici e materiali, e confonde le conseguenze rovinose della guerra sul piano fisico, con le sue cause, che sono morali e risalgono alla violazione dell'ordine, in una parola a quel peccato che solo può essere sconfitto dalla Croce. ([[Roberto de Mattei]])
*Chi ha cari i valori della [[cultura]] non può non essere pacifista. ([[Albert Einstein]])
*È un vero pacifista chi è capace di cambiare opinione, perché solo così si può sperare di poter riappacificare ''avversari'' che sostenevano pareri diversi. È pacifista solo chi è capace di rimetterci, dando ragione al suo cosiddetto avversario e termnando una discussione diverso da come è entrato. È pacifista chi riesce a lodare almeno una volta il sostenitore di opinioni e di decisioni contro le quali egli è convinto in coscienza del proprio dovere di resistenza e opposizione. È pacifista chi tratta con pazienza e cortesia anche chi gli dà sui nervi. Siamo pacifisti solo quando non disprezziamo gli atteggiamenti e gli sforzi degli altri con grossolani e declassanti giudizi facili da evitare; quando abbandoniamo il nostro modo di pensare fatto di luoghi comuni; quando cerchiamo di scoprire, dietro le parole, il concetto sul quale siamo forse dello stesso parere. Siamo pacifisti solo se confrontiamo ''noi stessi'' con gli ideali ''degli altri'', secondo le possibilità reali; quando non difendiamo il nostro prestigio sociale e combattiamo in modo leale e corretto, anche se quaesta correttezza dovesse diminuire le possibilità della nostra vittoria. [...] Ci sono anche piccole virtù quotidiane del pacifista. È cortese verso chi gli è subordinato e non è servile davanti a quelli più potenti di lui. Mette di fronte al suo errore chi ha mancato, ma sa tacere di fronte agli altri. Non si considera troppo importante ed insostituibile; sa che in tutti noi l'autodifesa tende a prendere il sopravvento sull'autocritica; sa anche di poter delegare la responsabilità e non crede sempre di fare tutto meglio degli altri. Sa che a volte è meglio che l'altro faccia bene qualcosa che lui stesso avrebbe fatto meglio, perché la libertà dell'altro, che è veramente la cosa più importante, può svilupparsi solo quando gli si permette di fare bene ciò che sa fare. Il pacifista non si fa costringere ad accettare alternative primitive; tenta di formulare gli argomenti del suo avversario nel modo migliore e più convincente di quanto lui stesso non sia riuscito a fare, perché il pacifista non cerca la misera vittoria su un avversario che ha già ridotto ad un fantoccio. Cerca, invece, di superare i propri pregiudizi là dove riconosce che si tratta di parzialità emotiva, perché sa che siamo ancora fin troppo ottusi dove crediamo di essere aperti. Il pacifista cerca di convincersi sempre che l'altro non è sciocco o cattivo solo per il fatto che sostiene un'altra opinione; si rende conto, infatti, che le possibilità di essere sciocchi o cattivi, e quindi egoisti, sono regolarmente presenti in tutti gli uomini. ([[Karl Rahner]])
*Credo che la ragione principale per cui ci {{sic|indigniamo}} contro la guerra è che non possiamo fare a meno di farlo. Siamo pacifisti perché dobbiamo esserlo per ragioni organiche: ci è poi facile giustificare il nostro atteggiamento con argomentazioni.<br />[...] Orbene, poiché la guerra contraddice nel modo più stridente {{sic|a tutto}} l'atteggiamento psichico che ci è imposto dal processo civile, dobbiamo necessariamente ribellarci contro di essa: semplicemente non la sopportiamo più; non si tratta soltanto di un rifiuto intellettuale e affettivo, per noi pacifisti si tratta di un'intolleranza costituzionale, per così dire della massima idiosincrasia. ([[Sigmund Freud]])
*È un vero pacifista chi è capace di cambiare opinione, perché solo così si può sperare di poter riappacificare ''avversari'' che sostenevano pareri diversi. È pacifista solo chi è capace di rimetterci, dando ragione al suo cosiddetto avversario e termnando una discussione diverso da come è entrato. È pacifista chi riesce a lodare almeno una volta il sostenitore di opinioni e di decisioni contro le quali egli è convinto in coscienza del proprio dovere di resistenza e opposizione. È pacifista chi tratta con pazienza e cortesia anche chi gli dà sui nervi. Siamo pacifisti solo quando non disprezziamo gli atteggiamenti e gli sforzi degli altri con grossolani e declassanti giudizi facili da evitare; quando abbandoniamo il nostro modo di pensare fatto di luoghi comuni; quando cerchiamo di scoprire, dietro le parole, il concetto sul quale siamo forse dello stesso parere. Siamo pacifisti solo se confrontiamo ''noi stessi'' con gli ideali ''degli altri'', secondo le possibilità reali; quando non difendiamo il nostro prestigio sociale e combattiamo in modo leale e corretto, anche se quaesta correttezza dovesse diminuire le possibilità della nostra vittoria. ([[Karl Rahner]])
*Fuori dai denti: il pacifismo è mosso in primo luogo da amore per la pace, oppure da odio per l'Occidente (quell'amalgama di eterogenei che il pacifismo chiama Occidente)? ([[Paolo Flores d'Arcais]])
*Grattate il pacifista medio e troverete il nazionalista fanatico. Il borghese membro dell'Independent Labour Party e il barbuto bevitore di succhi di frutta sono anima e corpo per una società senza classi fino a quando vedano il proletario attraverso un telescopio alla rovescia; costringeteli a un ''reale'' contatto con un proletario – fate che si prendano a pugno con un pescaiolo ubriaco, un sabato sera, per esempio saranno capaci di ripiegare sul più banale snobismo borghese. ([[George Orwell]])
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*Perché i giovani sappiano, i vecchi ricordino e si cessi di ingannarli: il pacifismo in questo secolo ha prodotto effetti catastrofici, convergenti con quelli del nazismo e del comunismo. Se il comunismo e il nazismo sono messi al bando, il pacifismo merita di accompagnarli. {{NDR|Il disarmismo, l'antimilitarismo, la non-violenza}} non sono omologabili al pacifismo. La linea che da [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] a [[Bertrand Russell]], da [[Martin Luther King|Luther King]] a [[Aldo Capitini|Capitini]], deve organizzarsi finalmente nel mondo. [...] Lasciarsi sconfiggere è la follia. ([[Marco Pannella]])
*Un "maschio pacifista" è una contraddizione in termini. Quasi tutti i sedicenti "pacifisti" non sono pacifici: assumono semplicemente colori falsi. Quando cambia il vento, innalzano la bandiera pirata. ([[Robert Anson Heinlein]])
*Una società che è capace di produrre concetti come «antiamericano» e «peacenik» — di trasformare cioè «[[pace]]» in una parolaccia — si è spinta molto avanti sulla strada dell'immunizzazione degli individui da qualsiasi richiamo umano. La società americana ha raggiunto uno stadio di immersione pressoché totale nell'ideologia. L'impegno è sparito dalla coscienza: in quali valori può credere una persona sensata? Gli americani sono semplicemente «pragmatici» e sono convinti di dover condurre gli altri a questa felice condizione. ([[Noam Chomsky]])
*Una volta c'è stato un pacifismo molto blando, tanto è vero che davanti alla prima guerra mondiale e alla seconda vacillò. Esso credeva di arrivare alla pace molto facilmente attraverso la cultura, la scienza, l'interesse al benessere, il cosmopolitismo delle classi dirigenti. Si è visto poi che non bastavano, e si capisce perché. Non era stato affrontato il lato religioso del rifiuto della violenza, che cioè la violenza si rifiuta in nome dell'amore (e non dello star bene), di una realtà liberata dagli attuali limiti (e non in nome della continuazione di una realtà insufficiente), e con una disposizione al sacrificio, ad essere come il seme del Vangelo che muore per far sorgere la nuova pianta. Il vecchio pacifismo era ottimista, il nuovo è drammatico e di fede nella liberazione dell'uomo-società-realtà dagli attuali limiti. ([[Aldo Capitini]])
 
===[[Karl Rahner]]===
*È un vero pacifista chi è capace di cambiare opinione, perché solo così si può sperare di poter riappacificare ''avversari'' che sostenevano pareri diversi. È pacifista solo chi è capace di rimetterci, dando ragione al suo cosiddetto avversario e termnando una discussione diverso da come è entrato. È pacifista chi riesce a lodare almeno una volta il sostenitore di opinioni e di decisioni contro le quali egli è convinto in coscienza del proprio dovere di resistenza e opposizione. È pacifista chi tratta con pazienza e cortesia anche chi gli dà sui nervi. Siamo pacifisti solo quando non disprezziamo gli atteggiamenti e gli sforzi degli altri con grossolani e declassanti giudizi facili da evitare; quando abbandoniamo il nostro modo di pensare fatto di luoghi comuni; quando cerchiamo di scoprire, dietro le parole, il concetto sul quale siamo forse dello stesso parere. Siamo pacifisti solo se confrontiamo ''noi stessi'' con gli ideali ''degli altri'', secondo le possibilità reali; quando non difendiamo il nostro prestigio sociale e combattiamo in modo leale e corretto, anche se quaesta correttezza dovesse diminuire le possibilità della nostra vittoria. [...] Ci sono anche piccole virtù quotidiane del pacifista. È cortese verso chi gli è subordinato e non è servile davanti a quelli più potenti di lui. Mette di fronte al suo errore chi ha mancato, ma sa tacere di fronte agli altri. Non si considera troppo importante ed insostituibile; sa che in tutti noi l'autodifesa tende a prendere il sopravvento sull'autocritica; sa anche di poter delegare la responsabilità e non crede sempre di fare tutto meglio degli altri. Sa che a volte è meglio che l'altro faccia bene qualcosa che lui stesso avrebbe fatto meglio, perché la libertà dell'altro, che è veramente la cosa più importante, può svilupparsi solo quando gli si permette di fare bene ciò che sa fare. Il pacifista non si fa costringere ad accettare alternative primitive; tenta di formulare gli argomenti del suo avversario nel modo migliore e più convincente di quanto lui stesso non sia riuscito a fare, perché il pacifista non cerca la misera vittoria su un avversario che ha già ridotto ad un fantoccio. Cerca, invece, di superare i propri pregiudizi là dove riconosce che si tratta di parzialità emotiva, perché sa che siamo ancora fin troppo ottusi dove crediamo di essere aperti. Il pacifista cerca di convincersi sempre che l'altro non è sciocco o cattivo solo per il fatto che sostiene un'altra opinione; si rende conto, infatti, che le possibilità di essere sciocchi o cattivi, e quindi egoisti, sono regolarmente presenti in tutti gli uomini.
 
==Voci correlate==
*[[Mitezza]]
*[[Non-violenzaNonviolenza]]
*[[Pace]]
*[[Guerra]]