Aldo Capitini: differenze tra le versioni

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'''Aldo Capitini''' (1899 – 1968), filosofo, politico, antifascista ed educatore italiano.
*[[Giovanni Gentile|Gentile]] era impaziente che io sistemassi le cose e me ne andassi {{NDR|dalla Scuola Normale di Pisa}}, perché ero divenuto di colpo [[Vegetarianismo|vegetariano]] (per la convinzione che esitando davanti all'uccisione degli animali, gli italiani – che [[Benito Mussolini|Mussolini]] stava portando alla guerra – esitassero ancor di più davanti all'uccisione di esseri umani): e a Gentile infastidiva che io, mangiando a tavola con gli studenti, come continuavo a fare, fossi di scandalo con la mia novità.<ref>Citato in [[Lorenzo Guadagnucci]], ''Restiamo animali'', Terre di mezzo, Milano, 2012, p. 250. ISBN 978-88-6189-224-8</ref>
*{{NDR|Declinando un'onorificenza proposta in suo favore da [[Giovanni Gentile|Gentile]] alla Scuola Normale di Pisa}} Ho preso in esame dal punto di vista religioso il problema della violenza e l'insegnamento ad avere fiducia in essa, e mi è sembrato che quell'insegnamento sia un errore e riveli mancanza di profonda fede nello spirito perché l'amore è veramente spirituale solo quando è infinita possibilità di amare – e perciò la religione è educazione all'amore – mentre l'amore deliberatamente limitato è idolatria o superstite egoismo.<ref>Citato in [[Sergio Romano]], ''[http://archiviostorico.corriere.it/2006/luglio/04/Aldo_Capitini_pacifismo_alla_Scuola_co_9_060704006.shtml «Aldo Capitini e il pacifismo alla Scuola Normale»]'', ''Corriere della Sera'', 4 luglio 2006.</ref>
*Il vegetarianesimo è in stretto rapporto con i problemi morali e religiosi, ed anzitutto con il problema dei fini e dei mezzi.<ref>Da ''Aspetti dell'educazione alla nonviolenza'', 1959.</ref>
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==''Il problema religioso attuale''==
*La [[nonviolenza]] non è soltanto rifiuto della violenza attuale, ma è diffidenza contro il risultato ingiusto di una violenza passata.
*Il [[Nonviolenza|nonviolento]] che si fa cortigiano è disgustoso: migliore è allora il tirannicida, Armodio, Aristogitone, [[Marco Giunio Bruto|Bruto]]. Due grandi nonviolenti come [[Gesù Cristo]] e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] si collocarono dalla parte degli umiliati e degli offesi. La nonviolenza è il punto della tensione più profonda del sovvertimento di una società inadeguata.
*La nonviolenza è attivissima. La nonviolenza è prova di sovrabbondanza interiore, per cui all'uso della violenza che sarebbe ovvio, naturale, possibilissimo, viene sostituita, per ulteriore ricerca e sforzo, la nonviolenza. Sarebbe anche qui falsificazione intendere il nonviolento come un pedante occupato esclusivamente a torcere il volto davanti ad ogni menomo atto violento, senza addentrarsi nella vita e nei suoi motivi. Tra il nonviolento inerte e il soldato che si esercita faticosamente ed arrischia, la possibilità di un valore morale è più nel secondo che nel primo.
*La nonviolenza [...] è inquietudine continua, passione mai saziata di interesse per le individualità.
*La nonviolenza [...] è collocazione e scelta volontaria, non un dogma; e ognuno può a sua ispirazione (Spiritus ubi vult spirat) dirigerla.
*Il [[Vegetarianismo|vegetarianesimo]], per es., è una cospicua scelta che viene fatta nel campo degli esseri subumani. Si decide di rinunciare al cibo che comporti uccisione di animali; e con ciò stesso muta il nostro modo di avvicinarsi ad essi, il nostro modo di considerarli; si accetta sorridendo ma con fermezza l'apparente stranezza che galline e pecore, dopo averci dato uova e lana, «muoiano di vecchiaia»; si amplia, al posto della violenza spietata alle sofferenze e all'uccisione, quel piano di collaborazione in cui consiste l'incremento della civiltà. Questa «sospensione» introdotta nella leggerezza sterminatrice e nella freddezza utilitaria si riflette in accrescimento di valore interiore. Ma c'è di più e forse il meglio. Io debbo confessare che, pur avendo un notevole interesse all'esistenza degli animali, mi decisi al vegetarianesimo nel 1932, quando, nell'opposizione al fascismo, mi convinsi che l'esitazione ad uccidere animali, avrebbe fatto risaltare ancora meglio l'importanza del rispetto dell'esistenza umana.
*Se io voglio che tu agisca da persuaso interiormente, bisogna che io prima sia in tutto persuaso e non retore.
*Accanto ad una società che usa la guerra come via alla pace, la violenza come via all'amore, la dittatura come via alla libertà, la [[religione]] mi porta ad anticipare di colpo il fine nel mezzo; e ad attuare comunque, qui e sùbito, pace, amore, libertà. La religione è impazienza dell'attendere il fine [...].
 
==Citazioni su Aldo Capitini==