Giampiero Boniperti: differenze tra le versioni

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'''Giampiero Boniperti''' (1928 – vivente), ex calciatore, dirigente sportivo e politico italiano.
 
* Alla [[Juventus Football Club|Juventus]] vincere non è importante. È l'unica cosa che conta. (citato in ''Storiche citazioni di juventini veri'' – ''Tuttosport'', edizione impresa, 2 dicembre 2009)
==Citazioni di Giampiero Boniperti==
* {{NDR|Sulla sua carriera da giocatore nella squadra torinese da 1947 al 1961}} La Juve, il sogno della mia vita. La sognavo davvero. Perché io, che portavo all'occhiello il distintivo bianconero, avevo in quegli anni un solo desiderio: giocare una partita di serie A con la maglia bianconera.<br/> Me ne sarebbe bastata una, ero sicuro, per essere felice per sempre. È andata meglio: in campionato ne ho giocate 444.<br/> Ho fatto la mia parte senza sacrifici.<br/> Perché ho dato quello che avevo dentro. Sono un uomo felice. (sulla sua carriera da giocatore nella squadra torinese da 1947 al 1961).<ref>DaCitato in Giampiero Boniperti, Enrica Speroni, ''Una vita a testa alta. Cinquant'anni sempre e solo per la Juventus'', ''Biblioteca Universale Rizzoli'', 2003, ISBN 88-1710-685-2. ([http://books.google.it/books?id=Qoj-AQAACAAJ Pagina su Google Books])</ref>
* Alla [[Juventus Football Club|Juventus]] vincere non è importante. È l'unica cosa che conta.<ref>Citato in Mirko Graziano, ''[http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/maggio/08/Guerre_stellari_ga_10_120508012.shtml Guerre stellari]'', ''Gazzetta dello Sport'', 8 maggio 2012.</ref>
* La Juve è una fede che continua a essermi appiccicata addosso. Sono da compatire quelli che tifano per altri colori, perché hanno scelto di soffrire. Sembrava una battuta, invece lo pensavo e lo penso tutt'ora.<ref>Citato in ''[http://www.juveclubsantagata.it/juvetecagennaio2004.htm Protagonisti del secolo bianconero n. 11]'', ''Juveclubsantagatawww.juveclubsantagata.it'',; gennaio 2004. {{c|Fonte non attendibile}}</ref>
* {{NDR|Sulla sua carriera da giocatore nella squadra torinese da 1947 al 1961}} La Juve, il sogno della mia vita. La sognavo davvero. Perché io, che portavo all'occhiello il distintivo bianconero, avevo in quegli anni un solo desiderio: giocare una partita di serie A con la maglia bianconera.<br/> Me ne sarebbe bastata una, ero sicuro, per essere felice per sempre. È andata meglio: in campionato ne ho giocate 444.<br/> Ho fatto la mia parte senza sacrifici.<br/> Perché ho dato quello che avevo dentro. Sono un uomo felice.<ref>Da Giampiero Boniperti, Enrica Speroni, ''Una vita a testa alta. Cinquant'anni sempre e solo per la Juventus'', ''Biblioteca Universale Rizzoli'', 2003, ISBN 88-1710-685-2. ([http://books.google.it/books?id=Qoj-AQAACAAJ Pagina su Google Books])</ref>
* {{NDR|Su [[Gaetano Scirea]]}} Il mio fuoriclasse era Scirea. Parlava poco, eppure aveva carisma. Era un piacere stare con lui e in qualsiasi occasione, non soltanto sul campo, ti faceva fare bella figura. Il giorno in cui ho preso Scirea, per la prima e unica volta, Achille Bortolotti mi ha detto: «Gaetano te lo porto io a Torino. Perché questo ragazzo è diverso da tutti gli altri». Quando Gai ha smesso di giocare io volevo che diventasse un punto fermo della Juventus. Prima come osservatore, poi come allenatore, ma lo vedevo benissimo anche come uomo di pubbliche relazioni. Aveva qualità fuori dal comune e la sua splendida carriera ne era la conferma. Li riconosci subito i giocatori che hanno qualcosa in più: li vedi da come si muovono in campo e da come leggono il gioco un secondo prima degli altri; se poi sono dotati di spessore umano e pulizia morale hai davanti agli occhi un fuoriclasse anche nella vita. E Scirea lo era. Io gli volevo bene.<ref>Citato in Marco Gregis, ''[http://www.bianconerionline.com/web/index.php?option=com_content&task=view&id=2873&Itemid=9 Non è morto chi vive nel cuore di chi resta]'', ''Bianconerionlinewww.bianconerionline.com'',; 3 settembre 2009. {{c|Fonte non attendibile}}</ref>
* La Juve è una fede che continua a essermi appiccicata addosso. Sono da compatire quelli che tifano per altri colori, perché hanno scelto di soffrire. Sembrava una battuta, invece lo pensavo e lo penso tutt'ora.<ref>Citato in ''[http://www.juveclubsantagata.it/juvetecagennaio2004.htm Protagonisti del secolo bianconero n. 11]'', ''Juveclubsantagata.it'', gennaio 2004. {{c|Fonte non attendibile}}</ref>
* {{NDR|Su [[Alessandro Del Piero]]}} Mi ricordo quando andai a vederlo e ho subito intravisto che aveva la stoffa del campione. Però sono anche stato fortunato nella scelta. Ci sentiamo ancora spesso e sono molto contento per lui. Finché è Alex a eguagliarmi, sono felice...<ref>Citato in Massimiliano Nerozzi, ''[http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quijuve/articolo/lstp/365102/ L'esclusivo club di Del Piero: Quant'è difficile restare fedeli]'', ''Lastampawww.lastampa.it'',; 19 ottobre 2010.</ref>
* {{NDR|Su [[Gaetano Scirea]]}} Il mio fuoriclasse era Scirea. Parlava poco, eppure aveva carisma. Era un piacere stare con lui e in qualsiasi occasione, non soltanto sul campo, ti faceva fare bella figura. Il giorno in cui ho preso Scirea, per la prima e unica volta, Achille Bortolotti mi ha detto: «Gaetano te lo porto io a Torino. Perché questo ragazzo è diverso da tutti gli altri». Quando Gai ha smesso di giocare io volevo che diventasse un punto fermo della Juventus. Prima come osservatore, poi come allenatore, ma lo vedevo benissimo anche come uomo di pubbliche relazioni. Aveva qualità fuori dal comune e la sua splendida carriera ne era la conferma. Li riconosci subito i giocatori che hanno qualcosa in più: li vedi da come si muovono in campo e da come leggono il gioco un secondo prima degli altri; se poi sono dotati di spessore umano e pulizia morale hai davanti agli occhi un fuoriclasse anche nella vita. E Scirea lo era. Io gli volevo bene.<ref>Citato in Marco Gregis, ''[http://www.bianconerionline.com/web/index.php?option=com_content&task=view&id=2873&Itemid=9 Non è morto chi vive nel cuore di chi resta]'', ''Bianconerionline.com'', 3 settembre 2009. {{c|Fonte non attendibile}}</ref>
* {{NDR|Su [[Roberto Bettega]]}} Roberto è stato uno dei giocatori che hanno fatto la storia bianconera [...] un grande campione, un simbolo.<ref>Citato in(da ''Enciclopedia dello sport'', ''Eded. Universo''.</ref>)
* {{NDR|Su [[Alessandro Del Piero]]}} Mi ricordo quando andai a vederlo e ho subito intravisto che aveva la stoffa del campione. Però sono anche stato fortunato nella scelta. Ci sentiamo ancora spesso e sono molto contento per lui. Finché è Alex a eguagliarmi, sono felice...<ref>Citato in Massimiliano Nerozzi, ''[http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/quijuve/articolo/lstp/365102/ L'esclusivo club di Del Piero: Quant'è difficile restare fedeli]'', ''Lastampa.it'', 19 ottobre 2010.</ref>
* {{NDR|Su [[Roberto Bettega]]}} Roberto è stato uno dei giocatori che hanno fatto la storia bianconera [...] un grande campione, un simbolo.<ref>Citato in ''Enciclopedia dello sport'', ''Ed. Universo''.</ref>
 
==Note==