Bhagavadgītā: differenze tra le versioni

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*Non un migliore commento è stato scritto o si può scrivere sui Veda. ([[Vivekananda]])
*Per migliaia di persone essa è la ''vera'' madre, in quanto produce il ricco latte del sollievo nelle difficoltà. Io l'ho chiamata il mio dizionario spirituale, perché non mi ha mai abbandonato nell'angoscia. Si tratta inoltre di un libro esente da faziosità e dogmi. Il suo appello è universale. Non considero la Gita un libro astruso. Senza dubbio i dotti riescono a vedere delle astrusità in tutto quello che gli capita a tiro. Però, a mio avviso, un uomo di intelligenza normale non dovrebbe trovare difficoltà a recepire il semplice messaggio della Gita. Il suo sanscrito è incredibilmente semplice. ([[Mahatma Gandhi]])
*Perché la Gītā pone in alto «la rinuncia al frutto delle azioni?»
Perché quella rinuncia è rara, irrealizzabile, contraria alla nostra natura, e giungervi significa distruggere l'uomo che si è stati e che si è, uccidere in sé tutto il passato, l'opera di millenni – affrancarsi, in una parola, dalla Specie, da questa turpe e immemoriale marmaglia. ([[Emil Cioran]])
*Quando leggo la Bhagavad-Gita e rifletto su come Dio creò questo universo, ogni altra cosa mi sembra così superflua. ([[Albert Einstein]])
*Secondo la Bhagavadgītā, è perduto, per questo mondo e per l'altro, colui che è «preda del dubbio», quello stesso dubbio che il buddismo da parte sua cita fra i cinque ostacoli alla salvezza. ([[Emil Cioran]])