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* Se per un certo periodo era vissuta da peccatrice, certamente morì da santa.<ref>Montanelli-Gervaso, ''Storia d'Italia. Volume 2 (1250-1600)'' edita con ''Il Corriere della Sera'', p. 346</ref> ([[Indro Montanelli]])
* Se Teodora di Bisanzio fu bravissima a far dimenticare le sue dissolutezze giovanili, Lucrezia – vissuta un migliaio d'anni più tardi – da cinque secoli si trascina l'ingiusta fama di essere il simbolo della femmina che per raggiungere e conservare il potere utilizza senza remora alcuna il sesso, l'incesto e il delitto. Il ritratto della spregiudicata avvelenatrice, riproposto fino all'Ottocento da [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]] e da [[Victor Hugo]], e che ispirò anche [[Lucrezia Borgia (opera)|l'opera]] di [[Gaetano
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